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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2012 alle ore 16:42.

Anche la Procura di Napoli piazza un gol - giudiziario, s'intende - nella partita tra magistratura e pallone criminale. Il pool "Reati da stadio", coordinato dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo, ha chiuso infatti la prima tranche dell'inchiesta su una gang di scommettitori e giocatori corrotti che avrebbero cercato di falsare i risultati di partite di serie A. Oltre all'emissione degli avvisi di conclusione delle indagini nei confronti degli ex calciatori Matteo Gianello e Silvio Giusti, la Procura ha depositato richieste di archiviazione per sei incontri di calcio del campionato di serie A 2010-2011 e una richiesta di archiviazione per alcuni indagati.

Pochi indagati, molte archiviazioni
L'avviso di conclusione delle indagini (che potrebbe precludere a una richiesta di rinvio a giudizio) è stato notificato all'ex portiere del Napoli, Matteo Gianello, e all'ex centrocampista del Chievo Silvio Giusti. Richieste di archiviazione per alcuni indagati: Federico e Michele Cossato, il giornalista sportivo Gianluca Di Marzio, Giuseppe Santorum, Denis Gasperi, Dario Passoni, Luca Ariatti, Ernesto Renzi, Paolo Franchetti, Mario Zamboni e Gianfranco Parlato. Gianello e Giusti sono indagati per «aver compiuto atti diretti ad alterare il risultato dell'incontro di calcio Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010». Le indagini - e una ammissione dello stesso Gianello dettata a verbale nell'interrogatorio di un anno fa - hanno permesso di accertare che l'ex estremo difensore azzurro avrebbe tentato di avvicinare due compagni di squadra, il capitano Paolo Cannavaro e il difensore Gianluca Grava, promettendo loro 40mila euro a testa per agevolare la vittoria dei blucerchiati. Entrambi, però, quando sono stati sentiti come persone informate sui fatti, hanno smentito ai pm di aver mai ricevuto la proposta illecita.

Il boss a bordo campo
Le richieste di archiviazione riguardano anche presunte combine di sei incontri: Lecce-Napoli dell'8 maggio 2011, Brescia-Catania dell'8 maggio 2011, Napoli-Inter del 15 maggio 2011, Catania-Roma del 15 maggio 2011 e Palermo-Chievo del 22 maggio. Nelle partite nel mirino c'era anche Napoli-Parma del 10 aprile 2010, balzata agli onori delle cronache per la presenza, a bordo campo del boss Antonio Lo Russo, oggi latitante. Lo Russo fa parte di una storica famiglia camorristica campana, da sempre con fortissimi interessi proprio nel mondo del calcioscommesse. Di questo stesso match si erano occupati, peraltro, i militari del nucleo investigativo di Castello di Cisterna a proposito di una indagine su un lucroso giro di scommesse gestito dal potente clan degli scissionisti di Secondigliano. Indagine anch'essa archiviata.

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