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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2012 alle ore 13:41.

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Julian Assange (Afp)Julian Assange (Afp)

LONDRA - Julian Assange dovrà affrontare il tribunale svedese: la Corte Suprema britannica oggi ha respinto il suo appello contro l'estradizione in Svezia, dove lo attende il processo per molestie sessuali. Il fondatore di Wikileaks era stato arrestato a Londra nel dicembre 2010 su richiesta delle autorità svedesi in seguito alle accuse di due donne, ex collaboratrici del sito diventato celebre per avere pubblicato informazioni riservate e segreti di Stato.

Assange ha sempre dichiarato che le accuse delle autorità svedesi sono parte di un complotto politico per mettere fuori gioco un personaggio scomodo come lui. I legali di Assange combattono da diciotto mesi contro la richiesta di estradizione di Stoccolma e hanno fatto appello due volte, ma la decisione della Corte Suprema (passata con cinque voti contro due) mette ora fine alle speranze dell'australiano di restare in Gran Bretagna. I giudici hanno comunque dato 14 giorni di tempo al team di avvocati di Assange per trovare un escamotage in extremis prima che l'ordine di estradizione venga eseguito.

Assange, che oggi non era in aula quando è stata annunciata la sentenza, ha dichiarato più volte di essere convinto di non poter avere un processo equo e imparziale in Svezia e di temere inoltre che le autorità svedesi lo consegnino al Governo degli Stati Uniti. Assange è persona non grata negli Usa, dove è accusato di avere messo a repentaglio la sicurezza nazionale con la pubblicazione di documenti militari segreti su Wikileaks. Il suo collaboratore Bradley Manning, un soldato Usa, che gli aveva passato le informazioni riservate, è stato arrestato nel 2010 e il suo processo inizierà in settembre. Il marine rischia la corte marziale.

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