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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2012 alle ore 06:47.

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MILANO
All'indomani delle accuse di un passaggio di denaro poco chiaro dal suo conto a quello di Alberto Perego per l'acquisto di una villa in Sardegna, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni passa al contrattacco. «Ho potuto accumulare risparmi per un milione e ho prestato denaro ad un amico che ha problemi di salute», ha spiegato ieri sera su La7. E durante tutta la giornata ha minacciato di querelare giornali e giornalisti: «È ora di mettere fine alle speculazioni contro di me, ho già dato mandato allo studio legale Stivala di agire giudizialmente a tutela della mia reputazione contro quegli organi di informazione che hanno minato l'onorabilità mia e del consesso regionale. Inoltre è stato violato il segreto istruttorio e bancario».
E se le indagini proseguissero e, mettiamo il caso, un avviso di garanzia arrivasse anche a lui, il governatore della Lombardia? «Non vedo perché dovrei dimettermi, ci sono presidenti di Regioni e sindaci che hanno più di un avviso di garanzia e giustamente non si dimettono, perché è un atto a tutela dell'indagato per vedere se ha commesso o no un reato». Per ora il governatore della Lombardia ricorda che a suo carico «non c'è nulla di penale». Eppure la tensione per gli scandali giornalistici e le inchieste giudiziarie salgono anche dentro il Pirellone.
Le prime indiscrezioni comparse sui giornali riguardavano le vacanze alle Antille di Formigoni – insieme all'amico Perego e al suo storico collaboratore politico Mauro Villa –, per tre Capodanni ospite nello yacht di Pierangelo Daccò, il lobbista delle cliniche sanitarie Maugeri e San Raffaele, in custodia cautelare in carcere con l'accusa di aver distratto a suo vantaggio fondi pubblici regionali. Ora si è passati però a materiale più scivoloso dal punto di vista delle indagini. Da due giorni si parla di un acquisto di una villa da 13 vani in Costa Smeralda, effettuata da Perego, per una cifra complessiva di quasi 3 milioni, di cui circa 1,5 milioni finanziati tramite mutuo bancario. Il resto, più di un milione, sarebbe stato invece anticipato in contanti da Perego grazie a un prestito fatto da Formigoni. Dietro alla società che ha venduto la villa comparirebbe, infine, di nuovo il nome di Daccò. Su questa vicenda si sarebbe acceso il faro degli inquirenti.
Ieri, in un'intervista al Corriere della Sera, l'ex memor domini Bruno Vergani parla proprio dell'amicizia tra Formigoni e Perego. «La fiducia era assoluta», dice, e precisa che Perego «ha sicuramente fatto da prestanome per l'operazione della villa in Sardegna comprata a buon prezzo. Perego (commercialista, ndr) era suo contabile».
Intanto rimane in carcere Costantino Passerino, ex direttore amministrativo della Maugeri, arrestato il 13 aprile scorso per aver partecipato alla distrazione di denaro pubblico e aver creato fondi neri all'estero. Nei giorni scorsi il gip Vincenzo Tutinelli ha respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dai legali di Passerino. L'ex direttore ha spiegato ai pm che la fondazione aveva un occhio di riguardo per Daccò in quanto «uomo importante di Cl e per i suoi rapporti con il presidente della Regione Lombardia».
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