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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2012 alle ore 17:20.

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Le celebrazioni del 2 giugno si faranno, ha detto il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. «Mi auguro che l'attenzione si concentri su come aiutare le popolazioni colpite dal terremoto e non su polemiche un po' strumentali». Per Napolitano «la Repubblica non può dimenticare di celebrare la sua nascita. In questo momento le sue istituzioni devono dare un esempio di fermezza e serenità. Non possiamo piangerci addosso, dobbiamo dare messaggi di fiducia».

Ulteriori tagli di oltre il 20%: le Frecce tricolore resteranno negli hangar
La Difesa ha reso noto che sono stati fatti ulteriori tagli, di oltre il 20%, alla parata militare del 2 giugno che era già stata quasi dimezzata rispetto all'edizione dell'anno precedente. Non sfileranno mezzi, non sfileranno cavalli e le Frecce tricolori rimarranno negli hangar.

Continuano le polemiche
Nonostante la parola fine messa dal capo dello Stato a chi chiedeva a gran voce di annullare la parata e destinare i soldi ai terremotati dell'Emilia, non si sono fermati i commenti. E non solo nel mondo della politica, ma anche sui social network mobilitati contro la parata. Per il segretario del Pd, Per Luigi Bersani, il Capo dello Stato «non è certo insensibile a quello che è avvenuto», ha sottolineato, «l'idea di Repubblica ha a che fare con la solidarietà e la comunità». Per il presidente di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola, invece, la parata stride con il dolore del paese per il sisma.

Per il senatore Carlo Giovanardi del Pdl si tratta di una inutile polemica. Nello stesso partito il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, da Twitter si schiera tra coloro che vorrebbero non si svolgesse. Da Facebook anche il triumviro della Lega Nord, Roberto Maroni, chiede di annullare la maxi-parata militare del 2 giugno, sostituendola (se proprio serve) con una sobria manifestazione nel cortile del Quirinale e devolva i tanti quattrini così risparmiati alle famiglie colpite dal terremoto. Sulla stessa linea d'onda, sia pur dall'altra parte dell'arco costituzionale, c'è anche Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista: «dopo una tragedia immane non è eticamente concepibile spendere soldi dello Stato per una parata inutile».

In passato la parata fu più volte annullata
In passato la parata militare del 2 giugno è stata più volte annullata. Per esempio nel 1991, alla fine ormai imminente della Prima Repubblica, e con una crisi economica che aveva imposto di raddrizzare i conti dello Stato. La parata era stata anche cancellata per lutto causato dal sisma. Era il 1976, piena Prima Repubblica, con Arnaldo Forlani ministro della Difesa e un sisma aveva sconvolto da poche ore la terra del Friuli. Per non parlare dei tempi di Oscar Luigi Scalfaro: sette anni di stop per motivi economici e perchè, spiegava il presidente, «questa è la festa degli italiani, della gente comune». Quindi era meglio aprire a tutti i cittadini i giardini del Colle, e stringere cordoni della borsa, piuttosto che far marciare i soldati e tenere il costosissimo ricevimento per il Corpo Diplomatico.

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