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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2012 alle ore 06:36.

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Terra che trema, terra d'Emilia ferita e di nuovo lacerata dal terremoto, con un bilancio provvisorio di 16 morti accertati, un disperso, oltre 350 feriti e 14mila sfollati. È un risveglio amarissimo quello che ieri mattina ha investito il Nord Italia: cinque forti scosse con epicentro tra Carpi, Medolla e Mirandola hanno segnato l'inizio di una giornata tragica.
La terra ha sussultato per la prima volta alle 9.01, con una magnitudo di 5,8 e poi in maniera più leggera alle 10.25 (magnitudo 4,7), ancora alle 11.30 (4,2) e un'altra volta alle 12.55 (5,5), con epicentro spostato a Nord-Ovest. Poi alle 16.39 l'ultimo fremito (3,9), più profondo degli altri, a 20.6 chilometri sotto terra. Le previsioni parlano inoltre di almeno 8mila nuovi sfollati, che si aggiungono a quelli della prima ondata di scosse, per un totale di 14mila.
Intanto sale a 16 il bilancio provvisorio dei morti accertati, con tre vittime a Medolla, cinque a Mirandola, tre a San Felice, tre a Cavezzo, una a Rovereto e una a San Possidonio. In Emilia la terra si è scrollata ancora una volta di dosso case e persone. Delle sedici nuove vittime dieci sono morte mentre stavano lavorando, uccise dal crollo dei capannoni che erano stati dichiarati agibili nonostante lo sciame sismico derivato dal terremoto del 20 maggio. Gianni Bignardi, 62 anni, ingegnere di Mirandola, Kumar Pawan, 27 anni, operaio, Mohammad Azaar, 46 anni, caporeparto: sono morti nel crollo della Meta, industria metalmeccanica dove lavoravano insieme indiani sikh, marocchini e italiani. Bignardi stava eseguendo controlli di stabilità per capire se il capannone, dichiarato agibile, avrebbe retto a nuovi tremiti. Alle 9, quando è arrivata la prima scossa potente, tutti hanno cercato di fuggire. Secondi di terrore – dieci, quindici – che sono sembrati un'eternità ma troppo brevi per consentire la fuga di Kumar, Gianni e Mohammad. E così sono morti, schiacciati dalle grandi travi mentre la terra tremava ancora.
«La voglia di tutti gli abitanti di San Felice sul Panaro era quella di ricominciare ma per ora questa voglia è soffocata dalla paura, dalle poche sicurezze che abbiamo, dalle scosse che ci logorano - ha detto il sindaco di San Felice, Alberto Silvestri - ma se ritroveremo la tranquillità allora potremo farcela». Anche a Medolla sono morti tre operai, che stavano lavorando nella Haemotronic, e tre sono i morti alla Bbg di San Giacomo Roncole, mentre una donna è rimasta uccisa sotto le macerie di un mobilificio di Cavezzo. Qui il capannone si è piegato su se stesso, dopo che la terra ha tremato per 15 secondi. «Volevano reagire», ha detto il sindaco Silvestri. «Questa volta ci ha colpito mentre tentavamo di riprenderci», gli ha fatto eco il primo cittadino di Finale Fernando Ferioli.
Le icone vecchie e nuove del sisma sono quelle che già affollano televisioni e siti internet: la navata invasa dalle macerie del Duomo di Mirandola, con la volta squarciata, l'orologio del comune di Modena fermo appena dopo le nove, la torre sgangherata di Finale Emilia. La diocesi di Modena ha confermato la morte del parroco di Rovereto sulla Secchia: don Ivan Martini, 65 anni, schiacciato da una trave mentre stava verificando i danni delle scosse della mattinata nella chiesa di Santa Caterina, nel tentativo di portare in salvo la statua della Madonnina. Lavoro difficile per i vigili del fuoco, che assieme ai militari e alla Protezione civile hanno scavato nelle macerie alla ricerca dei dispersi, con una donna estratta viva in serata a Cavezzo.
Il sisma ha colpito piccoli gioielli del patrimonio artistico, non solo in Emilia. Spostandosi di poco, nel mantovano, a Schivenoglia è crollata la chiesa già danneggiata dalla scossa di dieci giorni fa e tutta la piazza del paese è stata transennata. Anche a Quistello e Moglia si sono registrati danni alle chiese, così come a Poggio Rusco. A Sermide crolli alla torre civica. Tornando alle infrastrutture un cavalcavia sulla A22 tra Moglia e Gonzaga risulta chiuso al traffico per le verifiche sul ponte. Crolli si sono registrati un po' ovunque nelle campagne, con le case rurali che hanno subito gravi danni. A Mantova è crollata la cupola del campanile della basilica Palatina di Santa Barbara, a Palazzo Ducale. E oggi, per precauzione, le scuole saranno chiuse a Ostiglia e Felonica mentre si sta valutando la possibilità di chiuderle anche a Mantova.
Mentre si inizia la conta dei danni economici, sul fronte della politica su internet è montata la protesta per annullare la parata militare del 2 giugno, festa della Repubblica, per utilizzare quelle risorse per gli sfollati del sisma. Pronta la risposta del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Celebreremo a fine settimana il 2 giugno perché la Repubblica, nell'anniversario della sua nascita, deve dare il segno della sua unità e della sua vitalità e dedicheremo le sobrie celebrazioni al ricordo delle vittime del terremoto di questi giorni, al dolore delle famiglie, alla sofferenza delle popolazioni colpite».
E mentre il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è partito ieri per Modena dove porterà «gli aiuti della Capitale alle popolazioni colpite dal terremoto», il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, si aspetta un decreto ad hoc in «48 ore» per fronteggiare l'emergenza. «Dolore e tristezza per il terremoto che ha colpito il nostro Paese. Solidarietà alle famiglie delle vittime. Siamo pronti a dare una mano», ha scritto su Twitter il segretario del Pdl, Angelino Alfano, mentre il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, sostiene la necessità di «lavorare tutti insieme per sostenere senza se e senza ma le popolazioni colpite». Il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, in aula alla Camera, ha lanciato un messaggio al Governo: «Destinare alle aree disastrate i 150 milioni di euro che si risparmieranno ogni anno con il taglio dei finanziamenti ai partiti». Fermo anche il pallone, con la Federcalcio di Giancarlo Abete che ha deciso di annullare l'amichevole Italia-Lussemburgo prevista per ieri sera a Parma.

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