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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2012 alle ore 06:38.
CITTÀ DEL VATICANO
«Spiace che del Vaticano si abbia un'immagine tanto deformata. Ma questo ci deve far riflettere, e stimolare tutti noi a impegnarci a fondo per far trasparire una vita più improntata al Vangelo».
Il vertice della Curia rompe il silenzio: ieri ha parlato il Sostituto della Segreteria di Stato vaticana, monsignor Angelo Becciu, in un'intervista in prima pagina sull'Osservatore romano a firma del direttore Gian Maria Vian. «Le modalità dell'informazione scatenano fantasie senza alcuna rispondenza nella realtà» ha precisato, aggiungendo che dietro ad alcuni articoli «mi pare di trovare un'ipocrisia di fondo. Da una parte si accusa il carattere assolutista e monarchico del governo centrale della Chiesa, dall'altra ci si scandalizza perché alcuni scrivendo al Papa esprimono idee o anche lamentele sull'organizzazione del governo stesso. Molti documenti pubblicati non rivelano lotte o vendette, ma quella libertà di pensiero che invece si rimprovera alla Chiesa di non permettere. Insomma, non siamo mummie, e i diversi punti di vista, persino le valutazioni contrastanti sono piuttosto normali. Se qualcuno si sente incompreso ha tutto il diritto di rivolgersi al Pontefice». Non per questo, sottolinea il presule, il Vaticano va presentato come un covo di vipere.
Per il "numero tre" della Curia – il Sostituto ha in mano i principali dossier e vede quotidianamente il Papa – la pubblicazione delle lettere trafugate alla Santa Sede è «un atto immorale di inaudita gravità». Tuttavia dentro le mura leonine «vi è stato, vi è e vi sarà un rispetto rigoroso delle persone e delle procedure previste dalle leggi vaticane».
La notizia riportata da alcuni organi di stampa, secondo cui in casa del maggiordomo del papa, Paolo Gabriele, sarebbero stati ritrovati dei plichi di documenti riservati già pronti da spedire con tanto di destinari, «non ha riscontro», ha detto ieri durante un briefing con i giornalisti il portavoce vaticano padre Federico Lombardi. «Priva di riscontro» anche la notizia secondo cui sarebbero stati cinque i cardinali già interrogati. Il direttore della sala stampa ha spiegato che la Commissione dei cardinali nominata da papa Benedetto XVI «può sentire in audizione i cardinali come responsabili degli uffici della Curia», ma non ha fornito ulteriori elementi di merito. I tre cardinali della commissione di indagine sulla fuga di notizie "Vatileaks" – Herranz, Tomko e De Giorgi – «non hanno intenzione di sentirsi messi sotto pressione con tempi particolarmente rapidi». Inoltre si terrà tra la fine di questa settimana o l'inizio della prossima il primo interrogatorio formale da parte della giustizia vaticana del maggiordomo alla presenza degli avvocati.
Infine lo Ior: «Non mi risulta in calendario attualmente una ulteriore riunione» della commissione cardinalizia presieduta da Tarcisio Bertone, ha aggiunto padre Lombardi. «Venerdì scorso la commissione si è riunita per prendere atto» della decisione del board di sollevare dalla presidenza della banca vaticana Ettore Gotti Tedeschi, «per fare un bilancio e decidere come procedere». Quindi ci sarà certamente un'ulteriore riunione, ma finora non è calendarizzata.
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