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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2012 alle ore 21:20.

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L'esercito siriano ha ripreso i bombardamenti sulla località di Hula, dove oltre un centinaio di persone sono state uccise la settimana scorsa: lo hanno reso noto fonti dell'opposizione siriana che hanno chiesto agli osservatori dell'Onu di recarsi sul posto.

Abitanti in fuga dopo i nuovi bombardamenti
Secondo fonti delle organizzazioni siriane per la difesa dei diritti umani molti abitanti della località sarebbero fuggiti verso i villaggi circostanti per timore di un nuovo massacro; l'esercito avrebbe tuttavia attaccato anche il villaggio di Taldo, dal quale si levano colonne di fumo.

Le colonne di fumo
La popolazione - riferisce l'Osservatorio siriano dei diritti umani - «sta fuggendo in altri villaggi della zona di Hula, per paura di nuove stragi», anche di fronte alle colonne di fumo che si alzano dal villaggio di Taldo, bombardato. «Chiediamo agli osservatori dell'Onu - ribadisce il Cns - di recarsi rapidamente nella zona per esercitare pressioni sul regime a cessare i bombardamenti e proteggere i civili che si trovano ancora» nella zona.

Usa: chi sostiene Assad è dalla parte sbagliata della storia
«Chi oggi sostiene il regime di Assad si pone dalla parte sbagliata della storia»: lo ha detto il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, ribadendo la «delusione» dell'amministrazione Obama per l'atteggiamento di Russia e Cina e sottolineando «la necessità di aumentare le pressioni e di isolare» Damasco.

Disatteso l'ultimatum dell'Onu
Una lancia spuntata appare l'ultimatum di 48 ore inviato stasera dai ribelli siriani al presidente Bashar al Assad, intimandogli di cessare la repressione e rispettare i sei punti del piano dell'inviato Onu Kofi Annan, nel giorno in cui si registrano almeno altri 20 uccisi - per lo più civili - da parte dei governativi e quando i Paesi occidentali continuano ad escludere un intervento diretto per fermare la mattanza.

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