Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2012 alle ore 16:52.

My24

L'Italia del Nord vivrà nei prossimi mesi sotto una "spada di Damocle": lo afferma Pascal Bernard, fisico e sismologo all'Istituto di fisica del globo di Parigi. Intervistato da Le Monde e da Le Figaro, anche lo scienziato francese, come i colleghi italiani, avverte che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi ci si può aspettare altre repliche dei terremoti che hanno colpito l'Emilia. Ma i francesi possono stare tranquilli: le repliche saranno in Italia, non dall'altro lato delle Alpi.

Nell'intervista a Le Monde, dal titolo "Perché l'Italia trema così tanto?", Bernard ammette che la serie sismica appena registrata è "piuttosto inconsueta". Da secoli - spiega - si sa che la zona può generare sismi di magnitudo 6, poiché sono state individuate delle faglie sotto la Pianura padana. Ma "sismi a cascata, è abbastanza sorprendente". "Quando una faglia si rompe – aggiunge - può destabilizzare la faglia vicina e provocare, al di là delle repliche, nei giorni o nei mesi seguenti, un sisma della stessa intensità".

"La Pianura padana - continua il sismologo - è una zona di contatto tra differenti placche sismiche. Nella regione, le rocce della crosta terrestre sono compresse dalla pressione che si esercita tra le placche. Queste si spaccano e provocano delle faglie di grandi dimensioni, individuate sotto la pianura del Po. Tutto ciò è legato alla risalita verso il Nord della penisola italiana che in qualche sorta viene a cozzare contro le Alpi. Di anno in anno la compressione aumenta e le faglie finiscono per rompersi". Nel terremoto dell'Aquila del 2009, le cause erano differenti: all'origine del sisma era lo stiramento della catena degli Appennini, che si fratturano sotto il proprio peso.

Questa serie annuncia un terremoto più forte? Il sismologo non esclude "l'effetto domino": "Il rischio di repliche è forte nei mesi e negli anni che verranno. Ma più gli anni passeranno, più il rischio diminuirà, fino a scendere di nuovo al livello di prima del sisma. Tuttavia, si può dire che il Nord dell'Italia vivrà nei prossimi mesi con una spada di Damocle sulla testa". Bernard fa notare che finora l'epicentro era lontano dalle città, a 40-50 km da Ferrara, Bologna o Modena. "Ma se a un prossimo sisma l'epicentro sarà a meno di 10 km da una città, le distruzioni saranno considerevoli".

Troncando qualche polemica, il sismologo dice che l'Italia è pronta per affrontare la calamità: scuole e ospedali sono costruiti "secondo norme sismiche". Bernard mostra invece preoccupazione per gli edifici storici, i palazzi e le vecchie chiese, che "non sono stati affatto rinforzati". "Indeboliti, sono i primi a crollare alle prime scosse".

A Le Figaro il sismologo francese spiega che si può considerare il sisma di martedì mattina come "una grossa replica di quello del 20 maggio: è una faglia vicina che si è rotta, praticamente con la stessa magnitudo. Si parla piuttosto di una cascata di sismi, in questo caso di un duplicato".

"I due terremoti – prosegue Bernard - si collocano su un sistema di faglie est-ovest situato a nord degli Appennini. In questo luogo, gli Appennini risalgono verso le Alpi, mentre la crosta sotto la Pianura padana va spingendo verso Sud. Cosa che crea un accavallamento, che si sblocca a tratti, provocando dei sismi. È quello che è successo a dieci giorni d'intervallo".

Niente a che vedere con il terremoto che aveva devastato L'Aquila tre anni fa, che si trova su un sistema di faglie differente. Ma anche se sono più vicini alle Alpi, i due terremoti dell'Emilia non devono far temere repliche dal lato francese. Ed è su questo che titola Le Figaro: "Niente repliche dal nostro lato delle Alpi".

In Francia - ha spiegato Bernard a Le Monde - tutte le regioni del Sud, oltre alla Vandea e alla Bretagna, sono esposte al rischio sismico, in particolare le Alpi e i Pirenei. "Le statistiche stimano il rischio di un terremoto di magnitudo 6 per secolo".

Quanto alla destabilizzazione da parte di un sisma di faglie vicine, ovvero le repliche - precisa a Le Figaro - "queste si estendono al massimo per tre o quattro volte la dimensione della faglia". Qui la faglia misura 15 km, quindi le faglie situate a 100 km di distanza sono poco interessate. "Se si rompessero all'improvviso, non sarebbe a causa di questo terremoto". Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi "ci si può dunque aspettare altre repliche in Italia, ma non dal nostro lato delle Alpi".

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi