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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2012 alle ore 06:40.
ROMA
Niente arbitrati per i magistrati, siano essi ordinari, amministrativi, contabili o militari e niente arbitrari agli avvocati dello stato così come ai componenti delle commissioni tributarie. La Camera ha dato ieri l'ok all'emendamento Pd a firma Mariani, Lomoro, Ferranti ed all'emendamento proposto nella stessa direzione dall'Api con Linda Lanzillotta. Il testo prevede: «Ai magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, agli avvocati e procuratori dello Stato e ai componenti delle commissioni tributarie è vietata, pena la decadenza dagli incarichi e la nullità degli atti compiuti, la partecipazione a collegi arbitrali o l'assunzione di arbitro unico». Quella degli arbitrati «è una questione annosa», l'emendamento contribuisce al fattore «trasparenza» e va nella direzione di eliminare «conflitti di interesse nella Pa», ha spiegato Lanzillotta.
Sempre ieri, un emendamento della commissione riformulato, con parere favorevole del governo, da una proposta di modifica di Pierluigi Mantini (Udc) ha stabilito che i pubblici dipendenti non potranno più chiedere né accettare a qualsiasi titolo compensi, regali o altra utilità. Si potranno ricevere solo "regali d'uso" di modico valore e nei limiti delle normali relazioni di cortesia.
Ancora Mantini, insieme al collega Tassone, ha presentato un emendamento che prevede che chi è stato condannato con sentenza passata in giudicato per reati gravi come quelli di mafia o per per quelli contro la Pubblica Amministrazione non potrà più essere candidato in Parlamento. L'iter del Ddl corruzione, infine, ha visto l'ok a larga maggioranza dell'articolo 1 e 3 del testo: quelli che introducono l'Autorità e il Piano anti-corruzione; e i criteri di trasparenza per la designazione dei dirigenti che entreranno nella Pubblica Amministrazione senza concorso. L'esame proseguirà oggi.
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