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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2012 alle ore 06:39.
ROMA
Scandalo Lusi: i conti, scrivono i giudici, non tornano. Secondo il tribunale del Riesame di Roma, infatti, non solo i soldi che l'ex tesoriere ha sottratto alla Margherita non sono 12 milioni, come si pensava in un primo momento, ma 23. C'è dell'altro: mancano all'appello cinquanta milioni, semplicemente non si sa che fine abbiano fatto. Su questi soldi mancanti interviene la Margherita: «Non vorremmo che si trattasse di un refuso», osserva l'ufficio stampa, che annuncia: sarà diffuso un comunicato delle società che hanno predisposto i bilanci del partito. Intanto il senatore si difende e, in una memoria difensiva alla giunta del Senato - che ha rinviato al 12 giugno il voto sulla richiesta di arresto avanzata dalla procura di Roma - attacca a testa bassa i vertici del suo ex partito: l'allora presidente della Margherita (e attuale leader di Api) Francesco Rutelli, sostiene, sapeva e ha influenzato con le sue dichiarazioni pubbliche l'azione dei magistrati. Contro di me, lamenta, c'è solo «fumus persecutionis». Rutelli, chiamato in causa, replica: i fatti lo inchiodano alle sue responsabilità.
Provvedimento in 24 pagine
Nel provvedimento di 24 pagine con cui ha confermato la misura degli arresti domiciliari a carico di Giovanna Petricone, moglie del senatore, il tribunale del Riesame di Roma scrive: la somma sottratta alle casse del partito (nel linguaggio dell'ordinanza viene utilizzata l'espressione: «oggetto di depredazione») non era, come si ipotizzava, «di soli 12 milioni di euro ma di circa 23, anche se - ricordano i giudici - mancano all'appello altri 50 milioni di euro di cui non si conosce la destinazione finale, posto che in quattro anni il patrimonio della Margherita è sceso da 88 milioni di euro a soli 15 milioni». All'inizio, rileva ancora il tribunale, Lusi non puntava a prosciugare del tutto le casse del partito; solo in un secondo tempo, quando ha capito che il suo sistema non correva il rischio di essere scoperto, «potrebbe aver deciso di andare avanti nell'attività delittuosa». Secondo i giudici della libertà, dunque, «non risulta che Lusi mirasse, inizialmente, al totale svuotamento delle casse del partito, la cui cifra complessiva era ingentissima (circa 88 milioni di euro, di cui 80 quale rimborso elettorale ed i rimanenti quali contributi degli iscritti ad altre voci)».
Massima fiducia in Lusi
I giudici fanno poi un passo ulteriore e mettono in evidenza che Rutelli, Bocci e Bianco - ossia coloro che, per un verso o per l'altro, avrebbero avuto titolo a esercitare un qualche controllo sul tesoriere - «avevano riposto in lui massima fiducia, così come l'avevano (incautamente) riposta anche nei due commercialisti amici del Lusi». La conseguenza? Il senatore «si è trovato a poter maneggiare indisturbato una ingentissima quantità di denaro».
Per un viaggio 80mila euro
Nel documento vengono elencate spese, contestate al senatore e, ad avviso dei giudici, «a dir poco insensate». A cominciare da cene o pranzi da 2mila euro che avevano «cadenze mensili e talvolta quindicinale». Si fa riferimento, ad esempio, al pasto da "Mauro" del 13 ottobre del 2006, nonché quella al ristorante "La Rosetta" del 9 novembre dello stesso anno. Per continuare con i viaggi: risulta che Lusi ha speso circa 80mila euro per una vacanza (dal 22 al 28 aprile del 2011) presso un resort alle Bahamas e 2.600 euro per una sola notte al Ritz Carlton di Londra il 29 marzo del 2011.
I giudici hanno confermato gli arresti domiciliari per Giovanna Petricone, moglie dell'ex tesoriere della Margherita, perché, si legge nel provvedimento del tribunale del Riesame, «è concreto» il rischio che «possa fuggire in Canada dove è vissuta fino all'età di 38 anni e dove vivono ancora i suoi familiari».
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RICHIESTA D'ARRESTO
Polemiche in giunta
La giunta delle elezioni e immunità del Senato ha deciso il rinvio al 12 giugno del voto finale sulla richiesta di arresto avanzata dalla Procura di Roma per l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi (foto). Il relatore Ferruccio Saro (Pdl) ha infatti chiesto nuovi documenti, in particolare le motivazioni del tribunale del Riesame. Il presidente della Giunta Marco Follini ha detto di non essere d'accordo e che si tratta di una manovra dilatoria.
La memoria dell'ex tesoriere
Nella nuova memoria depositata in Giunta l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi rileva: «il giudice ha affermato la sussistenza dell'esigenza cautelare attraverso il richiamo ad elementi di pura suggestione, individuando il "concreto pericolo" nelle notizie di stampa».
Una vacanza da 80mila euro
Nelle motivazioni con cui il Tribunale del Riesame conferma i domiciliari per Giovanna Petricone, moglie di Lusi, sono elencate anche una serie di spese «a dir poco insensate» messe in atto dall'ex tesoriere della Margherita. Si citano cene o pranzi da 2mila euro che avevano «cadenze mensili e talvolta quindicinali». Lusi, inoltre, ha speso circa 80mila euro per una vacanza nel 2011 presso un resort alle Bahamas