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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2012 alle ore 18:43.

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Due milioni e mezzo di euro in assegni in bianco di cui non si conosce la destinazione. Su questa ulteriore somma di denaro si sta soffermando l'attenzione dei pm di Roma che indagano sull'ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, accusato, con altri, di associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita. Il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il sostituto Stefano Pesci avrebbero, infatti, ricostruito la movimentazione totale dei fondi giunti nelle casse dei Dl negli ultimi cinque anni. Francesco Rutelli in conferenza stampa al Senato ha avvertito: se il Senato lo salva «qui fuori arriverebbero con i forconi».

I pm potrebbero risentire il senatore
Dopo che il Senato si sarà espresso sulla richiesta di arresto (la giunta delle elezioni e immunità di palazzo Madama ha rinviato al 12 giugno il voto finale sulla richiesta) Lusi potrebbe essere riconvocato dai magistrati, che intanto attendono le istanze dei difensori dei vari soggetti coinvolti. In tal senso potrebbero presto essere risentiti i due commercialisti di Lusi attualmente indagati, Giovanni Sebastio e Mario Montecchia.

Procura aprirà indagine su denuncia ex tesoriere
La Procura di Roma aprirà un fascicolo di indagine in relazione alla denuncia presentata da Lusi e che tira in ballo, per il reato di diffamazione, Francesco Rutelli e Matteo Renzi.

Rutelli: se il Senato lo salva qui arrivano con i forconi
In una conferenza stampa al Senato sugli ultimi sviluppi del caso Rutelli ha messo in guardia sugli effetti che un no alla richiesta di arresto di Luigi Lusi potrebbero avere sull'opinione pubblica. «Confido che nessuno sottovaluti che se il Senato non si ergesse a tutela dello Stato di diritto, qui fuori arriverebbero i forconi», ha chiarito. Per Rutelli ci sono due Luigi Lusi: «C'è un Lusi uno, capo scout, un po' arcigno, e un Lusi due su cui non aggiungo altro perchè è già stato descritto dalla magistratura». «Con lui - ha precisato Rutelli in conferenza stampa - non c'era un rapporto di consuetudine, ma solo politico, non sono mai andato a casa di Lusi, tranne che al matrimonio, ma l'immagine che avevo era quasi un'immagine francescana».

«Il partito ha avuto al massimo 79 milioni»
Il presidente della Margherita ha poi corretto le stime del tribunale del riesame di Roma sulle somme sottratte (si parlava, su un totale di 88 milioni, di 23 milioni sottratti dalla cassa, ma di 50 non si sa che fine abbiano fatto): «non è vero - ha affermato Rutelli - che il partito ha detenuto più di 88 milioni di euro. Ne ha avuti al massimo 79». Il tutto, ha poi aggiunto, «è certificato nel bilancio analitico amplissimo, il più ampio della storia dei partiti, che verrà messo a disposizione dell'Assemblea Federale del 16 giugno. Non c'è nessun mistero - ha affermato il leader di Api - e men che meno sulla sparizione di 50 milioni di euro dal 2007 al 2011».

Il leader dell'Api: non credo dolo, ma il Riesame ha sbagliato i calcoli
Nessuna critica all'operato del giudice. «A volte - ha concluso Rutelli - capita che dovendo scrivere una sentenza così dettagliata in così poco tempo, si prendano le informazioni da fonti aperte piuttosto che ricavarle con sforzi immani bilancio per bilancio».

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