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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2012 alle ore 06:36.

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ROMA
Una «forte sintonia» con le posizioni di Confindustria. Giorgio Squinzi è al suo debutto come presidente di Confindustria nella grande sala di Palazzo Koch dove ieri il Governatore della Banca d'Italia ha tenuto le «Considerazioni finali».
Necessità di tagliare la spesa, tasse troppo alte, al punto da frenare la crescita, un'Europa che deve andare avanti a rafforzarsi: punti che anche Squinzi ha sottolineato appena una settimana fa, nel suo discorso da presidente, all'assemblea degli industriali.
«Sono particolarmente soddisfatto, siamo assolutamente in linea, condividiamo soprattutto la necessità di far ripartire l'economia reale», ha commentato il numero uno di Confindustria e sugli stessi toni sono stati i commenti degli imprenditori presenti, da Sergio Marchionne, Fiat, a Giuseppe Recchi, Eni, fino a Luca di Montezemolo, Ferrari-Ntv. I banchieri si sono soprattutto concentrati, nei commenti alle Considerazioni di Visco, sul ruolo delle banche nell'economia, sul richiamo alla natura di imprese delle banche, recependo l'invito, come ha fatto il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, alla riduzione degli stipendi.
Squinzi ha raccolto e rilanciato anche l'esortazione del Governatore alle imprese perché si rafforzino e aumentino il capitale. «È una cosa importante e la faremo, siamo pronti. Le imprese ne hanno bisogno», ha detto Squinzi. Che ha aggiunto: «Occorre però creare le condizioni perché sia possibile, con gli opportuni incentivi da parte del governo, che peraltro sono già stati individuati». Uno strumento già a disposizione è l'Ace (Aiuti alla crescita economica) che incentiva l'aumento patrimoniale delle aziende, varato nella manovra di dicembre, che può essere potenziato.
Il fisco troppo pesante è una delle quattro emergenze che Squinzi ha sottolineato nelle sue prime dichiarazioni pubbliche: «Mi auguro che il governo intervenga a breve. Penso che l'esecutivo sia preoccupato dalle continue osservazioni che arrivano su questo punto». Le altre emergenze sono la semplificazione burocratica, i pagamenti dei debiti della Pa, il credito. Per il presidente di Confindustria il credit crunch resta una questione aperta: «Le aziende hanno bisogno di più credito, va risolto anche il problema dei crediti della Pa, che incidono pesantemente sulle aziende».
Marchionne, ad Fiat, ha sottolineato che ci vuole anche «il nostro enorme impegno per risolvere i problemi, non possiamo guardare all'Europa come soluzione», commentando che la relazione di Visco può «essere divisa in due parti, una prima fase di riforme andata bene, una seconda di riforme intoppate». Per Montezemolo si è trattato di un discorso «serio, specie per l'analisi molto approfondita del sistema bancario e dell'Europa». Ed ha aggiunto: «Oggi bisogna riprendere la fiducia. Questo paese ha strordinarie eccellenze, però quando si chiedono sacrifici ai cittadini, i cittadini pensano che il primo a farli debba essere lo Stato». Recchi ha apprezzato la parte sul valore dell'Europa come mercato unico: «Contiene tutte le motivazioni per essere un mercato in crescita. Se riusciamo ad arrivare ad un'unità politica siamo fuori dalla crisi».

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