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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2012 alle ore 20:01.

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Il presidente cipriota Demetris Christofias. (Reuters)Il presidente cipriota Demetris Christofias. (Reuters)

Il contagio greco colpisce Nicosia. Cipro potrebbe chiedere accesso a un piano di aiuti internazionale per alleviare l'impatto della crisi del sistema bancario greco su un'economia entrata in recessione già da un anno. Lo ha affermato Panicos Demetriades, il presidente della Banca centrale del paese, che fa parte del gruppo dei 17 paesi dell'Eurozona, in un'intervista al Financial Times.

Successivamente il presidente cipriota, Demetris Christofias, interpellato dall'agenzia locale Cna, non ha escluso la possibilità di ricorrere al fondo salva-stati, così da reperire gli 1,8 miliardi necessari alla ricapitalizzazione di Cyprus Popolar Bank, il secondo istituto di credito del paese, che dovrà essere conclusa entro fine giugno, in virtù della forte esposizione della banca nei confronti dei titoli di Stato ellenici che hanno subito un pesante swap pari al 74% del valore.

Nel primo trimestre 2012 Cipro ha registrato una flessione del Pil pari all'1,4%. Non solo. Il rapporto debito/Pil di Cipro, divisa dal 1974 in seguito all'invasione dell'esercito turco nella parte settentrionale, è dato al 71,6%, in crescita di 10 punti rispetto al 2010, con un saldo primario di -3,8%. Il Pil a prezzi correnti era appena di 17,76 miliardi, sicché l'intero debito pubblico di Cipro assomma ad appena 12,7 miliardi di euro.

«Non mi pare quindi un problema in grado di mettere a repentaglio l'unione monetaria - dice Luca Mezzomo, economista responsabile della Ricerca Macroeconomica e Mercati Obbligazionari del Servizio Studi di IntesaSanpaolo -. Tuttavia, nel caso di Cipro il programma di aggiustamento economico non sarà dolce: come la Grecia, anche Cipro presenza una situazione macroeconomica molto squilibrata, che richiederà interventi correttivi ad ampio spettro. Il nodo sarà trovare quel punto di equilibrio che con la Grecia non è stato mai raggiunto».

È vero che, nell'immediato, la situazione di Cipro è precipitata a causa dei legami economici e finanziari con la Grecia. «Nel 2011 l'export verso la Grecia contava per il 5% del Pil di Cipro. Inoltre, il sistema bancario risulta essere esposto alla Grecia per 25 miliardi di euro (anche perché le banche greche hanno una forte presenza in loco), di cui l'89% è costituito da impieghi», dice Mezzomo.

Tuttavia, stiamo parlando di un'economia già caratterizzata da forti squilibri macroeconomici, con un deficit di partite correnti del 10% in larga parte dovuto a gravi problemi di competitività, a un eccessivo accumulo di debito nel settore privato e a una politica fiscale troppo lasca. In % del Pil, e in attesa dei possibili introiti dalla scoperta di giacimenti di gas off shore, la posizione finanziaria netta verso l'estero è peggiorata di 66 punti fra il 2008 e il 2010, e si è ulteriormente deteriorata nel 2011.

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