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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2012 alle ore 11:43.

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La nuova scossa di terremoto (Ansa)La nuova scossa di terremoto (Ansa)

«C'e' stato qualche crollo. Sono venute giù costruzioni già deteriorate dalle scosse precedenti, ma ora più che mai dobbiamo tenere alta l'attenzione». A San Possidonio, il sindaco Rudi Accorsi non smette un secondo di coordinare gli interventi di emergenza, dopo l'ultima grande scossa di ieri sera.

L'onda si è scatenata proprio qui vicino, tra San Possidonio, Concordia e Novi, ma questa mattina altre tre scosse sono state avvertite dalla popolazione. Per arrivare a San Possidonio, un paese di quattromila persone, bisogna compiere uno slalom tra strade bloccate, ruderi di casolari, capannoni sfregiati e chiese crollate. E da stamattina ci si è messa anche la pioggia a rendere tutto più complicato. Nei due campi allestiti dalla Protezione civile ci sono 850 sfollati, ma tantissimi sono i camper e le tende allestite nei giardini davanti alle abitazioni. «Il vero problema - racconta il sindaco - è che bisogna far ripartire le attività industriali. E' urgente. Il tempo non e' molto».

A San Possidonio ci sono una zona industriale e un'area artigianale: circa 70 imprese quasi del tutto ferme. Lavorano nella meccanica di precisione, nel biomedicale, nel tessile. E' bloccata anche l'agricoltura: i casolari e le stalle si sono sbriciolati il 29 maggio. La scossa di ieri ha aggravato la situazione. In paese, la chiesa e il campanile sono venuti quasi completamente giu' e le ruspe cominciano ad abbattere le case per le quali non c'e' più possibilita' di ricostruzione. La speranza, ora, e' che il terremoto infinito dia finalmente una tregua.

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