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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2012 alle ore 06:36.

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Le grandi banche portoghesi saranno ricapitalizzate utilizzando parte dei 78 miliardi di euro garantiti a Lisbona dal piano di salvataggio internazionale del maggio del 2011. Il Governo conservatore di Pedro Passos Coelho ha deciso di intervenire con oltre 6,65 miliardi di euro per permettere agli istituti di rispettare i requisiti patrimoniali richiesti dall'Eba, l'Autorità bancaria europea (core Tier 1 del 10% entro la fine dell'anno).
In questa prima fase Millennium Bcp, la maggiore banca portoghese per asset, riceverà 3 miliardi di euro; al Banco Bpi andranno risorse fresche per 1,2 miliardi; mentre alla Caixa Geral de Depositos, già controllata dallo Stato, saranno trasferiti 1,65 miliardi. Tra le grandi banche portoghesi solo il Banco Espirito Santo non ha ancora ricevuto fondi pubblici: i vertici del Bes hanno fatto sapere che «non intendono accedere ai fondi di ricapitalizzazione statali dal momento che sono riusciti a raccogliere un miliardo di euro dagli azionisti».
Dei 6,65 miliardi di aiuti pubblici, cinque miliardi verranno dalla "Bank Solvency Support Facility", un fondo specifico di 12 miliardi previsto da Ue e Fmi per sostenere il sistema finanziario, all'interno del piano di salvataggio. «Questa operazione mette le banche portoghesi in una posizione di notevole solidità se comparata con quella di altre banche europee», ha detto il ministro delle Finanze, Vitor Gaspar. L'iniezione di capitale avverrà attraverso obbligazioni convertibili in azioni - le cosiddette Coco, Contingent Convertible bond - che dovranno essere rimborsate in cinque anni. Se le banche coinvolte non riusciranno a restituire il prestito, lo Stato potrebbe ritrovarsi a controllare il 33% di Banco Bpi e circa il 40% di Millennium Bcp.
Il Portogallo rafforza le banche mentre passa l'esame trimestrale di Fmi-Ue-Bce e ottiene il via libera a una nuova tranche di aiuti per 4,1 miliardi di euro (2,7 miliardi da parte della Ue e 1,4 miliardi da parte dell'Fmi) che saranno erogati in luglio. Al termine della sua quarta missione a Lisbona, la troika ha promosso il programma di risanamento e di riforme avviato dal Governo: «Il Portogallo è sulla strada giusta, le riforme - si legge nel rapporto conclusivo della missione - procedono come concordato» anche se la disoccupazione in aumento al 15,5% nel 2012 «sta facendo crescere la preoccupazione».
«In base alle valutazioni delle istituzioni internazionali, stiamo rispettando il nostro piano di rilancio, abbiamo raggiunto i nostri obiettivi quantitativi - ha detto Gaspar - e l'andamento del bilancio pubblico resta in linea con gli obiettivi 2012». Secondo le ultime stime della Commissione Ue, il Portogallo dovrebbe portare entro la fine dell'anno il deficit al 4,7% del Pil per poi scendere al 3,1% nel 2013. Gaspar ha dovuto ammettere che l'economia portoghese cresce meno del previsto: il Governo ha tagliato le stime sulla variazione del Pil nel 2013 portandole a +0,2% dal +0,6% atteso ad aprile. Il debito dovrebbe invece salire l'anno prossimo al 118,6% del Pil mentre la Ue aveva previsto un rapporto al 117,1% dopo il 113,9% del 2012.
Ieri lo spread tra i rendimenti dei titoli decennali portoghesi e i bund tedeschi ha chiuso sotto l'11%, ben lontano dal 16,5% di gennaio.
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Prima e dopo il bailout
«L'andamento del bilancio pubblico resta in linea con gli obiettivi 2012» ha detto ieri il ministro delle Finanze portoghese Vitor Gaspar dopo la visita trimestrale di Bce, Fmi e Ue. Il Paese dovrebbe portare entro la fine dell'anno il deficit al 4,7% del Pil per poi scendere al 3,1% nel 2013. La crescita però sta rallentando (l'anno prossimo dovrebbe essere dello 0,2% e non dello 0,6% precedentemente stimato). Il debito è in salita: al 118,6% del Pil nel 2013 dopo il 113,9% del 2012

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