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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2012 alle ore 19:10.

Con il via libera dell'Aula di Palazzo Madama all'articolo 13 del Dl sulla spending review, muovono il primo passo anche le modifiche alla disciplina delle certificazioni e delle compensazioni dei debiti della Pa. L'Aula del Senato, infatti, ha approvato l'emendamento già licenziato dalla commissione Affari costituzionali che consente anche alle regioni in rosso di poter compensare i debiti che hanno con le imprese, attraverso la certificazione.

La modifica sostenuta dal Governo e presentata in Commissione dai relatori del provvedimento, Francesco Sanna (Pd) e Gilberto Pichetto Fratin (Pdl), modifica direttamente la norma primaria (Dl 185/2008) che ha escluso dal meccanismo le regioni impegnate in piani di rientro dall'extra-deficit sanitario: Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Ma non solo. Con un intervento ad hoc anche sulla norma relativa alle compensazioni tra crediti commerciali e debiti fiscali e contributivi iscritti a ruolo il campo di applicazione delle compensazioni si amplia anche ai debiti maturati dallo e dagli enti pubblici nazionali.

Le compensazioni tra cartelle esattoriali e crediti vantati dalle imprese, infatti, fino alla modifica del Senato erano limitatate ai debiti accumulati da Regioni, enti locali e strutture del servizio sanitario nazionale. La modifica, una volta licenziata anche dalla Camera, sarà recepita anche nel decreto attuativo sulle compensazioni ora all'esame della Conferenza Stato Regioni.
Con la stessa modifica confermata dall'Aula, il Senato ha cercato di ridurre i tempi che portano alla certificazione dei crediti vantati riducendo da 60 a 30 giorni il termine entro cui l'amministrazione debitrice deve provvedere, su richiesta dell'impresa, alla certificazione dei crediti.

Le strutture pubbliche a non poter rilasciare la certificazione rimarrebbero gli enti del Servizio sanitario nazionale, Asl in testa, delle regioni con programmi di rientro dal "rosso" accumulato per la sanità. Ma con una vera e proria clausola di salvaguardia per le attestazioni rilasciate alle regioni che risultavano già commissariate nel 2010 o con già in corso operazioni di gestione del debito sanitario.
Altra importante novità introdotta con la modifica riguarda la possibilità di far entrare in gioco il fondo di garanzia anche sulle certificazioni dei crediti vantati dalle imprese nei confronti delle Asl e delle Regioni con piano di rientro dai deficit sanitari. In sostanza i debiti degli enti del Servizio sanitario nazionale delle regioni commissariate potranno essere certificati dal commissario stesso con la possibilità per le aziende (prima precluse) di accedere comuqnue al fondo di garanzia.

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