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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2012 alle ore 06:37.


ROMA
Nel «Documento di economia e finanza» presentato lo scorso 18 aprile, il governo ha stimato per l'intero 2012 un gettito tributario di 496,3 miliardi. Ora, a distanza di poche settimane, il Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia, scomponendo il gettito per quadrimestri, evidenzia uno scarto di 3,4 miliardi (-2,9%) rispetto a quelle previsioni. In sintesi, da 122,5 miliardi stimati si passa a 119 miliardi. A tale scostamento – rende noto il Dipartimento nel «Rapporto sulle entrate tributarie» del primo quadrimestre – contribuisce per gran parte il gettito del bilancio dello Stato (-3,1 miliardi, pari a -2,7%), con l'Iva in caduta libera del 9,6% quale evidente conseguenza della recessione. In flessione, sempre nel raffronto con le previsioni, anche le entrate tributarie degli enti locali (-1,2%) e i ruoli (-4,5%).
Non è certo una buona notizia per il Governo, anche se lo stesso ministero dell'Economia fa sapere che il confronto con le previsioni «fornisce solo indicazioni di larga massima sugli andamenti in corso e non può essere assunto a indicatore di quello che potrà essere lo scostamento effettivo a fine anno». Di certo, occorre la massima vigilanza sui conti in tempi di faticosa definizione della «spending review», e con la prospettiva che anche per effetto delle spese per il terremoto in Emilia Romagna non solo non si allontani la già esigua prospettiva di ridurre il prelievo, ma non si riesca a evitare nemmeno l'aumento dell'Iva in programma da ottobre. Sarà già un risultato se si riuscirà a contenere in un punto l'incremento, in luogo dei due punti già iscritti in bilancio (dal 10 al 12%, dal 21 al 23%).
Nel confronto con il 2011 si registra comunque un incremento del gettito dell'1,4%, per effetto dell'aumento dell'imposizione disposto dalle tre manovre correttive dello scorso anno. Ma evidentemente pesa l'effetto ulteriormente recessivo di manovre basate per il 66% su aumenti delle entrate. Il risultato è proprio quell'effetto "avvitamento" denunciato ieri dalla Corte dei Conti. Lo scarto rispetto alle previsioni sarà colmato se vi sarà una ripresa del gettito nella restante parte dell'anno, magari un barlume di ripresa. Si potrà rafforzare la spending review, e chiudere anche l'anno con un deficit leggermente superiore alle stime: attorno al 2% del Pil, contro l'1,7% previsto dal Governo. Il combinato dell'ulteriore contrazione della crescita con le spese straordinarie destinate all'emergenza terremoto, viste da Bruxelles, potranno giustificare l'eventuale sforamento del deficit, senza per questo incorrere nella scure del «fiscal compact». Soprattutto se si manterrà il percorso di rientro pattuito per il 2013-2014. Infine, si potrà puntare sui risultati attesi dal fronte della lotta all'evasione che dovrebbero essere quanto meno in linea se non in aumento rispetto ai 12,7 miliardi contabilizzati lo scorso anno.
Troppe solo al momento le variabili in gioco, con lo spread abbondamente sopra i 400 punti base, quando fino a un paio di mesi fa la fondata aspettativa era di tarare la spesa per interessi (84,2 miliardi nella previsione del Def per il 2012) su uno spread al di sotto dei 300 punti. Il presidente del Consiglio, Mario Monti rilancia sul fronte dell'evasione ma chiude la strada al taglio delle tasse. Per quanto riguarda il «fattore famiglia» come criterio di imposizione fiscale, spazi inesistenti: è incompatibile con gli impegni di spesa - annuncia Monti - perchè costerebbe tra i 17 e i 21 miliardi. «Siamo per l'80% del nostro tempo a rimettere in sicurezza un Paese che é stato devastato dall'improvvidenza e dalla disattenzione per il futuro».
Rischiamo nuovamente come nel novembre scorso? Per Maria Cannata, responsabile del Debito pubblico del ministero del Tesoro, la situazione del mercato «è ancora delicata, ma oggi non solo i tassi sono molto più bassi, ma la curva rendimenti ha un'inclinazione sana». In sostanza, oggi la situazione del debito italiano «è incredibilmente migliore rispetto a novembre». Le aspettative a livello mondiale sono tutte per il vertice europeo di fine giugno. Anche se l'esito sarà negativo - rassicura Maria Cannata - il Tesoro è pronto a farvi fronte.
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Lo scorso 18 aprile, nel «Documento di economia e finanza», il Governo ha stimato per l'intero 2012 un gettito tributario di 496,3 miliardi. Ora, a distanza di poche settimane, il Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia, scomponendo il gettito per quadrimestri, evidenzia uno scarto di 3,4 miliardi (-2,9%) rispetto a quelle previsioni. In sintesi, da 122,5 miliardi stimati si passa a 119 miliardi. Allo scostamento contribuisce il gettito del bilancio dello Stato (-2,7%) più che le entrate tributarie degli enti locali (-1,2%)

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