Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2012 alle ore 07:09.

My24

Il Governo inciampa al Senato sul decreto sulla spending review. Dall'Aula di palazzo Madama arriva l'ok, con il parere contrario dell'Esecutivo, a un emendamento a firma di Adriana Poli Bortone (Grande Sud) che cancella l'esplicita esclusione degli organi costituzionali (dal Parlamento alla Presidenza della Repubblica) dai poteri sui tagli alla spesa per beni e servizi attribuiti dal provvedimento al super-commissario, Enrico Bondi. Ma negli sviluppi operativi della spending review cambierà poco visto che la Costituzione garantisce autonomia alle Camere come al Quirinale.

Anche un altro pacchetto di emendamenti è stato approvato dall'Aula del Senato, in aggiunta ai correttivi già votati in Commissione. Primo fra tutti quello congiunto Pd-Pdl che precisa i compiti assegnati a Bondi sul versante delle regioni con piani di rientro di extra-deficit nella sanità: il super-commissario potrà intervenire direttamente soltanto sulla spesa sanitaria e non su tutti i capitoli di bilancio. È stata poi messa nero su bianco l'estensione del raggio d'azione della Consip (parametri prezzo-qualità «imprescindibili» per tutta la Pa), alla quale sta già lavorando il Governo in tandem con Bondi in vista del varo del decreto sui tagli da 4-5 miliardi, e sono stati rafforzati i poteri dell'Osservatorio sugli appalti pubblici: i limiti dell'entità delle gare scende da 150mila a 50mila euro. Novità anche sulle offerte pubbliche: le nuove regole varranno per tutti, anche per i casi controversi all'attenzione della giustizia.

Il via libera del Senato al provvedimento arriverà questa mattina. La Camera dovrà poi dare l'ok definitivo al testo. Tra le modifiche introdotte in Commissione a Palazzo Madama spicca quella che estende alle Regioni con piani di rientro dal deficit sanitario la possibilità di certificazione e compensazione dei crediti vantati dalle imprese verso la Pa. Ieri intanto le Regioni hanno nuovamente abbandonato la Conferenza Stato-Regioni in polemica con il Governo perché continua a non esserci all'ordine del giorno il riparto da 108 miliardi.
Tra i nuovi poteri attribuiti a Bondi, la possibilità di intervenire direttamente oltre che sulle società a totale partecipazione pubblica anche su quelle «non quotate controllate da soggetti pubblici» e di ottimizzare, in collaborazione con l'Agenzia del Demanio, la gestione degli immobili. Il super-commissario per raggiungere i suoi obiettivi potrà anche utilizzare la Guardia di finanza.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi