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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2012 alle ore 12:09.

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Scott Walker (Reuters)Scott Walker (Reuters)

Scott Walker, 44 anni, figlio di un pastore protestante, nuovo simbolo per la destra repubblicana, ha vinto con facilita' ieri notte la poltrona di governatore in Wisconsin in una delle piu' importanti battaglie politiche americane di questo 2012. I sindacati, che avevano provocato lo scontro sono usciti dal confronto con le ossa rotte, un messaggio tanto piu' importante in quanto il Wisconsin e' uno stato tradizionalmente democratico. Un messaggio significativo per descrivere l'umore dell'opinione pubblica nei confronti dei dipendenti statali, simbolo di burocrazia e di trattamenti di favore che non trovano equivalente nel settore privato. Uno sviluppo che sara' seguito con attenzione anche in Italia dove il nodo del peso dipendenti pubblici sul bilancio dello stato e' all'ordine del giorno.

La cura Walker ha di certo rappresentato un punto di svolta che ha fatto nel 2011 allo stesso tempo storia e scandalo. Appena eletto governatore nel 2010, Walker aveva affrontato il rapporto dipendenti pubblici sul disavanzo dello stato con decisione:aveva chiesto l'eliminazione del negoziato collettivo del contratto di lavoro, il licenziamento di circa 12.000 dipendenti dello stato del Wisconsin, aveva eliminato i diritti sindacali, autorizzando il licenziamento immediato di chiunque scioperasse, e un taglio di stipendio per 340.000 lavoratori statali.

La sua decisione aveva scatentato una delle piu' dure proteste nella storia dello stato, con violente manifestazioni di piazza. Il contenzioso era diventato presto nazionale e Walker un simbolo di innovazione per i repubblicani a livello nazionale e il nemico pubblico numero uno per il sidacato americano. Da qui la decisione di "impartire una dura lezione a chi si metteva di traverso coi sindacati" come aveva dichiarato a livello nazionale l'Afl-Cio l'organizzazione sindacale americana e la richiesta di una "defenstrazione" di Walker.

La Costituzione consente il richiamo di un mandato attraverso una raccolta di firme. Il sindacato ha deciso di mostrare i muscoli: ha mobilitato centinaia di milgiaia di iscritti a livello nazionale, e ha organizzato una raccolta di firme nel Wisconsin per detronizzare Walker e affermare i i proprio diritti. Le firme sono state oltre 900.000 circa 300.000 firme in piu; del necessario. Un successo. Le elezioni ieri, martedi' 5 giugno. Tom Barrett, sindaco di Milwuakee che aveva perso le precedenti elezioni e' tornato alla carica, ma i risultati finali, quasi il 54% per Walker contro il 46% di Barrett hanno parlato chiaro. Il sindacato non ce l'ha fatta, ha subito una bruciante sconfitta e alimentato ormai a livello nazionale un dibattito sul ruolo delle forze sindacali in America. Per il Paese dunque, ieri si e' chiusa una stagione sindacale, con tutte le conseguenze del caso: il Wisconsin ha 10 seggi elettorali per la Casa Bianca del 2012.

Pessimo messaggio per Barack Obama dunque? Fino a un certo punto. Il Presidente veva annusato l'aria e si era tenuto distante dalla campagna elettorale. Agli exit polls inoltre, gli elettori, affluiti in massa alle urne, hanno dichiarato di avere una preferenza per Obama su Romney. Lo stato resta tradizionalmente democratico. Come si concilia questo con il messaggio elettorale cosi' forte contro il sindacato, da sempre allineato con i democratici? E' forse finita per tutti l'epoca della protezione assoluta? Forse il clientelismo legato alle assunzioni statali ha fatto il suo tempo e non viene piu' sopportato? Possibile che i lavoratori statali debbono giusitificare il loro stipendio esaspereando i freni della burocrazia, invisa al pubblico? E' ancora troopo presto per conoscere tutte le motivazioni di un voto svolta per l'America. Di certo, ciascuna delle motivazioni che ho enunciato poco sopra erano parte degli slogan elettorali della campagna Walker. Il Governatore avra' ora altri 4 anni e un futuro politico brillante a livello nazionale, fra i possibili contendenti per la nomination repubblicana del 2016 se Romney dovesse perdere.

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