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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2012 alle ore 06:40.

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Nessuna sorpresa, molte contestazioni. L'Autorità per le comunicazioni e quella per la protezione dei dati personali hanno i nuovi consiglieri nominati da Camera e Senato. All'Autorità per le comunicazioni la Camera vota Maurizio Decina e Antonio Martusciello, il Senato Francesco Posteraro e Antonio Petro. A contestare l'accordo raggiunto tra i partiti che sostengono il governo (e la Lega Nord, che ha avuto un posto nell'Autorità per la privacy dove va Giovanna Bianchi Clerici, che fa parte del Cda uscente della Rai) sono l'Idv, che non ha partecipato al voto, i Radicali, i Verdi, Sel e tutto il mondo del Web che ha sostenuto candidati indipendenti. Oltre a Beppe Grillo, che chiede a Mario Monti di sciogliere l'Autorità per le comunicazioni, «uno spreco di soldi pubblici». A completare il quadro delle nomine, Augusta Iannini e Licia Califano sono state nominate dal Senato alla Privacy, insieme ad Antonello Soro eletto dalla Camera insieme a Bianchi Clerici.
L'unica novità arriva sul fronte Rai: non dall'assemblea dei soci, rinviata al 13 giugno, ma dal presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli. «A partire da domani - annuncia - i parlamentari della vigilanza potranno consultare i curricula inviati dai cittadini che intendono candidarsi nel Cda Rai». Tali curricula dovranno pervenire entro le 15 del giorno precedente la convocazione della Vigilanza come seggio elettorale. Previsione che suscita critiche da parte di Antonello Falomi dell'Idv: «Per evitare che si ripeta la farsa del l'Agcom e della Privacy dev'essere consentito alla commissione di ascoltare i candidati per verificarne i requisiti di competenza, esperienza e indipendenza». Preoccupati i giornalisti Rai aderenti all'Usigrai: «Monti resta imbrigliato dai veti figli del conflitto d'interessi. Traduca invece in legge le indicazioni del Consiglio d'Europa per liberare il servizio pubblico dal controllo di governi, partiti e lobby e ponga subito la fiducia sul testo».
Sul fronte Agcom è bufera sui commissari, con Maurizio Decina, di fatto, riconosciuto come l'unico esperto di telecomunicazioni, materia che insegna da anni al Politecnico di Milano. Contro queste nomine, ma anche contro quelle dell'Autorità della privacy, starebbe per partire tutta una serie di ricorsi amministrativi. Lo annuncia Guido Scorza, legale esperto di diritto informatico, tra i promotori della Open Media Coalition, una delle organizzazioni che ha spinto con decisione sulla trasparenza delle candidature alle Authority. «Porteremo avanti un'impugnativa di fronte al giudice amministrativo – spiega Scorza – su una questione di legittimità. Camera e Senato non hanno rispettato nelle nomine le regole che parlano, per i curricula, di comprovata professionalità in ambito informatico e giuridico». Sempre più salda, invece, la possibile nomina di Angelo Marcello Cardani alla presidenza dell'Autorità per le comunicazioni.
Il nuovo consiglio del l'Agcom si troverà a gestire alcune "patate bollenti". A partire dal regolamento sul diritto d'autore, sfumato nell'ultima fase della presidenza Calabrò. O l'implementazione delle nuove competenze in materia di servizi postali. E le regole per l'Ngn, la super banda larga di nuova generazione e il raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda Digitale.
Gara per le frequenze: l'Agcom dovrà varare un Regolamento che determinerà le modalità del l'assegnazione, a partire dal numero e dalla copertura delle reti digitali assegnate con l'asta (con ogni probabilità rinviata rispetto al termine di agosto). La sfida: assegnare alle televisioni tutte le frequenze che sono nella banda UHF dal canale 49 al canale 60, che dal 2015 potranno essere destinate anche alla banda larga e fino a quando? Se tali frequenze saranno assegnate alle tv sino al 2018, non potranno essere dedicate alla banda larga mobile prima del 2020. In ogni caso, occorre rifare il Piano delle frequenze digitali.
Un altro compito impegnativo è il controllo del pluralismo (uno dei "buchi neri" del Consiglio uscente), compreso il varo delle norme sulla par condicio per le prossime elezioni politiche per le tv private. Vi è la questione dei mercati rilevanti che compongono il Sic, il sistema integrato delle comunicazioni: l'Agcom uscente ha deciso che canone e pubblicità costituiscano un solo mercato. Ancora: con il passaggio alla tv digitale cadono alcuni limiti antitrust posti proprio dall'Agcom.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I NOMI
Agcom
Maurizio Decina (ingegnere voluto dal Pd, foto), Antonio Martusciello (ex Fi), Antonio Posteraro (vicesegretario Camera) e Antonio Preto (ex capo di gabinetto di Tajani all'Ue)

Privacy
Giovanna Bianchi Clerici (candidata Lega-Pdl, foto), Antonello Soro (Pd), Augusta Iannini (capo Ufficio legislativo alla Giustizia) e Licia Califano (docente di Diritto a Urbino)

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