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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2012 alle ore 06:40.

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La Procura di Napoli perquisisce, quella di Roma acquisisce. Dopo i controlli dei carabinieri del capitano Ultimo presso l'abitazione piacentina e gli uffici milanesi di Ettore Gotti Tedeschi, disposti dai pm partenopei a caccia di carte scottanti sull'affare degli elicotteri Agusta (Finmeccanica) in India, sono stati i vertici dell'ufficio inquirente capitolino a recuperare documenti di interesse investigativo e a interrogare l'ex presidente dello Ior come indagato in procedimento connesso e, dunque, con l'assistenza dell'avvocato.

Il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e l'aggiunto Nello Rossi hanno raggiunto il capoluogo lombardo subito dopo la trasmissione, da parte dei colleghi napoletani, di alcuni atti che potrebbero configurare una nuova ipotesi a carico dell'ormai ex "banchiere di Dio" e che sarebbero collegati a una precedente inchiesta a suo carico. Un procedimento aperto proprio da piazzale Clodio in relazione a una movimentazione sospetta di 23 milioni di euro che furono sequestrati dalla Guardia di finanza, nel settembre 2010, e che furono poi restituiti all'Istituto opere religiose dopo l'istituzione dell'Aif (l'Autorità antiriciclaggio del Vaticano) e l'approvazione di una specifica ed avanzatissima normativa sul riciclaggio, contenente l'inedito – almeno per l'Italia – reato di autoriciclaggio.

Un dispositivo combinato di legge voluto da Papa Benedetto XVI per fugare i sempre maggiori e crescenti dubbi sul livello di trasparenza dell'istituto bancario d'Oltretevere. L'attenzione degli investigatori si era concentrata, in particolare, sul trasferimento anonimo dei 23 milioni dallo Ior alla JP Morgan Frankfurt (20 milioni) via Credito artigiano e alla Banca del Fucino (3 milioni). Qualche tempo dopo, il rapporto tra lo Ior e la JP Morgan si interrompe davanti al rifiuto dell'Istituto vaticano di fornire alla società Usa informazioni relative ad alcuni accertamenti disposti da Bankitalia. Per i pm di piazzale Clodio, si trattò di un'operazione caratterizzata da omissioni punite dalla normativa antiriciclaggio. Ai magistrati, invece, Gotti Tedeschi spiegò che si trattava di un "ordinario movimento di tesoreria".

In questo fascicolo, è indagato anche il direttore generale dello Ior, Paolo Cipriani. Gotti Tedeschi, che martedì mattina all'alba, al momento della perquisizione, avrebbe con sé l'annunciato memoriale sullo Ior da consegnare a Ratzinger dopo il "licenziamento" di appena due settimane fa, si è difeso sostenendo di aver sempre operato nel pieno rispetto delle regole. Questa mattina, invece, i pm napoletani titolari del fascicolo su Finmeccanica si riuniranno per predisporre le nuove tappe investigative dell'inchiesta sula holding della difesa. Quella in cui risulta indagato per corruzione internazionale e riciclaggio l'attuale presidente e ad, Giuseppe Orsi, accusato di aver pagato una tangente di 10 milioni alla Lega per scalare il vertice della società. E, proprio sull'utenza telefonica di Orsi, sarebbero stati intercettati riferimenti relativi al possibile coinvolgimento di Gotti Tedeschi nella custodia di documenti scottanti di interesse della Procura di Napoli.

Ricostruzione seccamente smentita dal patron di Finmeccanica, che ha definito "farneticante" l'ipotesi degli inquirenti che «io abbia affidato alla custodia del dott. Ettore Gotti Tedeschi documenti di Finmeccanica relativi a indagini giudiziarie, contratti in India o Panama». Nella dichiarazione Orsi ha anche sottolineato che ad unirli sono solo «sentimenti di amicizia e di stima e una comune visione della vita e dei valori».
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