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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2012 alle ore 11:43.

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Emergenza per un anno, restano pericoliEmergenza per un anno, restano pericoli

Possibili nuove scosse di entità paragonabile a quelle più forti registrate tra Finale Emilia e Ferrara. Il parere della commissione Grandi rischi arriva nella serata di ieri come un fulmine, riaccende la paura nell'area già scossa dagli eventi sismici del 20 e del 29 maggio e in uno sciame di scosse minori che non accenna a placarsi. Così la linea del fronte tra Mirandola e Finale si sposta verso la città estense.

Del resto, tra Finale Emilia e Mirandola, che nei giorni scorsi hanno avuto gli eventi più rilevanti, scrive la Grandi rischi, «le scosse di assestamento stanno decrescendo in numero e dimensione». Dunque, nel caso di una ripresa dell'attività sismica nell'area già interessata dalla sequenza in corso, «è significativa la probabilità che si attivi il segmento compreso tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori registrati nella sequenza». Inoltre, prosegue la commissione, «non si può escludere l'eventualità che, pur con minore probabilità, l'attività sismica di estenda in aree limitrofe a quella già attivata sino ad ora».

Parole che hanno seminato il panico non solo tra i 16.518 sfollati assistiti dalla protezione civile, suddivisi in 44 campi di accoglienza e 58 strutture al coperto, ma anche e soprattutto tra i cittadini che ancora abitano le loro case. E a poco sono valse le parole del premier Mario Monti dopo il Consiglio dei ministro che ha stanziato un miliardo per le zone terremotate: «il Governo non può scongiurare un terremoto né prevederlo, ma noi come Governo vogliamo incoraggiarvi a non vedere le cose in modo ancora più grave e preoccupato. Spero sia di rassicurazione che il Governo è pienamente impegnato a essere vicino a voi e spero che presto ci sia un rasserenamento della vita di questa straordinaria regione e delle vostre vite individuali». Le parole di Monti sono venute dopo che il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, aveva detto che «La priorità, in casi come questi sono le vite umane e su quello il massimo dell'attenzione viene messa. Questo però e un terremoto che tocca una delle zone più attive e più ricche di imprenditorialità» e ha determinato un «problema inedito per dimensione, sul fronte del tessuto economico». Così, dopo la relazione della commissione Grandi rischi, il capo del Dipartimento Franco Gabrielli ha visto il premier Monti e ha convocato un comitato operativo a Bologna. mentre, ha aggiunto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, «La durata dell'emergenza terremoto stabilita nel decreto legge è di un anno, vista l'emergenza particolarmente grave».

Così la preoccupazione ha iniziato a montare e il presidente della Regione Vasco Errani ha provato a chiudere la discussione: «leggete bene il comunicato della commissione Grandi rischi e capite bene che il terremoto non si può prevedere e si parla solo di dati statistici». Gli ha fatto eco Franco Gabrielli, il capo del Dipartimento della protezione civile, secondo il quale la commissione «ha fatto un'analisi complessiva su tre segmenti della faglia. Due si sono spezzati, il terzo no. Dunque ritiene probabile che si possa spezzare anche il terzo. Ma - ha puntualizzato - è una situazione assolutamente imprevedibile e che può verificarsi in tutte le altre zone sismiche d'Italia».
«Sono molto arrabbiato, e sto anche pensando di presentare denuncia per procurato allarme»: il sindaco di Finale Emilia, Fernando Ferioli, reagisce duramente alla notizia che la commissione Grandi rischi ha valutato una significativa probabilità di scosse importanti tra Ferrara e Finale Emilia nel caso si riattivi il sisma. «Mi chiedo come abbiano fatto a prevederle, per di più in un'area così definita - dice Ferioli -. Noi qui stiamo tutti cercando di risollevarci e di tranquillizzarci e arriva questa notizia. Dov'erano queste persone prima del terremoto? E cosa dovremo dire alle aziende, quelle stesse che stanno tentando di recuperare? Ora c'è il rischio che si fugga da questo territorio». Intanto si rafforza il numero dei vigili nel fuoco nell'area di oltre 300 unità per rendere più rapide le verifiche sugli edifici mentre sono in arrivo contingenti dell'esercito per combattere il fenomeno degli sciacalli nei centri storici dichiarati "zona rossa".

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