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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2012 alle ore 10:57.

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Da Roma la notizia arriva in Emilia e scoppia come una bomba su un terreno già minato: «è significativa la probabilità che si attivi nel segmento tra Finale Emilia e Ferrara». La firma sul documento che ieri è piombato sul tavolo della Regione, discusso dal presidente Errani, dal capo della Protezione civile Franco Gabrielli e dai presidenti delle Province investite dal sisma, è della Commissione Grandi Rischi e, secondo il suo presidente Luciano Maiani, vuole solo «essere una esortazione alla messa in sicurezza degli edifici».

Se così è, e vista l'impossibilità di prevedere anche con il più ampio margine d'errore un terremoto, deve esserlo veramente, la tempistica della comunicazione è a dir poco discutibile. Il panico in cui i quasi 17mila sfollati emiliani vivono dal 20 maggio è emozione palpabile qui; emozione da tenere sotto controllo perché appena le scosse superano i 3 gradi della scala Richter (e in queste settimane è successo molto spesso), la gente sbianca e trema. Le informazioni che da giorni si susseguono, buttate spesso là con poca cura, non sempre sono attendibili. Soprattutto non lo sono quando prevedono un nuovo episodio sismico devastante. Gettare benzina su un incendio che già da solo stenta a spegnersi è sport pericoloso, il solo risultato possibile è la psicosi collettiva.

A cercare di smorzare i toni e difendere dall'angoscia la propria gente ci hanno pensato i sindaci dei Comuni colpiti che, con una sola (e arrabbiata) voce hanno replicato alle affermazioni della Commissione dicendo: «Così si diffonde solo il panico». Fabrizio Toselli, sindaco di Sant'Agostino, rincara la dose e aggiunge: «Questo è terrorismo psicologico». Altrettanto furioso Fernando Ferioli, primo cittadino di Finale Emilia: «Mi devono dire come fanno a dirlo: o ci dicono qualcosa di scientifico o sono previsioni da mago Otelma». Senza scomodare maghi e fattucchiere la scienza ribadisce, per l'ennesima volta il suo messaggio: «I terremoti si studiano, non si prevedono – spiega Andrea Morelli, sismologo direttore della sezione bolognese dell'Ingv - La sola cosa sensata in fatto di prevenzione sismica è costruire con critei antisismici».

Off the record lo stesso direttore afferma di non essere serenissimo perché un episodio come questo non veniva registrato in regione da secoli. Ma nemmeno lui può ipotizzare cosa succederà. E del resto anche il capo della Protezione Civile lo aveva detto, qualche giorno fa, un po' stizzito, rispondendo a chi gli chiedeva se l'Emilia si doveva aspettare una sorta di Big One modello faglia di Sant'Andrea: «Ormai lo sanno anche i sassi: i terremoti non si possono prevedere». Dall'Emilia chiedono a Gabrielli di comunicarlo anche al suo collega Maini.

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