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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2012 alle ore 08:11.
Al pacchetto saranno associate misure anche radicali di ristrutturazione degli istituti di credito. Il controllo sull'uso del denaro sarà affidato alla Commissione, alla Banca centrale europea e all'Fmi, che a differenza che in altri casi non metterà a disposizione denaro. A quanto risulta, la discussione tra i ministri, durata due ore e mezzo, non è stata troppo difficile. Alcuni Paesi - come l'Olanda - hanno rumoreggiato, assicurandosi prima di dare il benestare che il Fondo avrebbe avuto un ruolo.
Se l'Eurogruppo ha deciso di mettere sotto pressione la Spagna è perché voleva assolutamente lanciare un segnale rassicurante agli Stati Uniti prima del prossimo G-20 di fine giugno, ed evitare un peggioramento della situazione a ridosso delle elezioni greche del17 giugno, che sono diventate un referendum sulla permanenza del paese nella zona euro. E in effetti il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner ha elogiato l'azione dell'Eurogruppo sulla Spagna affermando che si tratta di «concreti passi sulla strada dell'unione finanziaria».
Non basta. A Bruxelles corre voce che anche Cipro, fortemente esposta all'economia greca, possa chiedere a breve il sostegno dei suoi partner.
L'intesa di ieri è politica. Le parti dovranno ora mettersi d'accordo sui vari aspetti tecnici, a cominciare dall'ammontare degli aiuti, dalle condizioni da imporre agli istituti di credito, e dalla natura dei prestiti (contanti od obbligazioni). Non si possono naturalmente escludere difficoltà e incertezze, come è avvenuto in molti casi precedenti. Dalle parole di ieri di de Guindos era chiaro il tentativo spagnolo di evitare che il pacchetto venga considerato un salvataggio sovrano.
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