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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2012 alle ore 17:51.

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Mariano Rajoy (Reuters)Mariano Rajoy (Reuters)

«Quello che è successo ieri è stata l'apertura di una linea credito per il nostro sistema finanziario con l'obiettivo di recuperare la solvenza del
sistema finanziario e avere il credito» necessario per la crescita e l'occupazione. Lo ha detto il premier spagnolo Mariano Rajoy rispondendo a chi gli chiedeva se la decisione dei Paesi dell'eurozona potesse considerarsi come un salvataggio.

«La situazione economica spagnola era delicata e non era possibile fare miracoli» attendendosi «a breve termine risultati che sono difficili», ha detto Rajoy ricordando il suo discorso programmatico ad inizio mandato.
Gli obiettivi - ha proseguito - sono un ritorno dell'occupazione e la crescita. Obiettivi da raggiungere attraverso il ritorno all'equilibrio dei conti, la riduzione della spesa anche a fronte di amministrazioni che avevano sforato il budget e le riforme strutturali, come quella del
lavoro per migliorare la flessibilità e la competitività dell'economia. «Faremo molte altre riforme», ha aggiunto il premier spagnolo ricordando che, comunque, uno «strumento decisivo per la crescita e l'occupazione era la ristrutturazione del sistema finanziario »affinchè in Spagna ci sia nuovo credito, la possibilità di investimenti e quindi l'occupazione».

Parlando di quanto deciso ieri dall'Eurogruppo Rajoy ha così spiegato che «quello che è successo ieri è stata l'apertura di una linea di credito per il nostro sistema finanziario, con l'obiettivo di recuperare la solvenza del sistema finanziario e avere quindi la possibilità di accesso al credito per le
famiglie, per gli imprenditori. In modo da tornare a crescere», ha ribadito.

Ieri ha vinto la credibilità del progetto europeo, la solidità del nostro sistema finanziario ma anche quello che per noi è più importante è cioè che ci sia credito per famiglie e imprenditori«, ha tenuto a dire, ancora una volta, il premier spagnolo non nascondendo che la situazione «era e resta ancora delicata: siamo obbligati ad un grosso sforzo per il nostro
debito».

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