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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2012 alle ore 22:15.
L'ultima modifica è del 11 giugno 2012 alle ore 16:34.

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Esodati: la differenza tra i 65mila che verranno salvaguardati e chi avrebbe le carte in regola per uscire con le vecchie regole previdenziali è di 325mila e duecento persone. In più. I lavoratori esodati che potrebbero avere diritto ad andare in pensione sulla base delle vecchie regole secondo il decreto Salva Italia e il Milleproroghe sono infatti 390.200: è quanto emerge dalla Relazione Inps al ministero del Lavoro, firmata dal direttore generale dell'Inps Mauro Nori, al decreto ministeriale che fissa a 65mila la quota dei salvaguardati. L'Inps replica: sono 65mila, non ci sono stime diverse. Insomma, il balletto di cifre continua. Attacca il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro: «basta con questo stillicidio - dice - non si gioca con la pelle dei lavoratori».

Stima al rialzo con prosecuzione volontaria e cessati
Le platee che fanno lievitare il numero degli esodati sono quelle della prosecuzione volontaria (133.000 persone autorizzate ai versamenti volontari nati dopo il 1946 e con un ultimo versamento contributivo antecedente il 6 dicembre 2011) e i cosiddetti «cessati», ovvero quelli che sono usciti dal lavoro per dimissioni, licenziamento o altre cause tra il 2009 e il 2011 che hanno più di 53 anni e che non si sono rioccupati (180mila secondo l'Inps). Per queste due categorie il decreto del Governo prevedeva rispettivamente 10.250 e 6.890 salvaguardati.

Mobilità, fondi di solidarietà e congedi straordinari
Platee più consistenti, secondo l'Inps, non ci sono solo per cessati e prosecutori volontari ma anche per la mobilità (45.000 persone tra mobilità ordinaria e quella lunga a fronte dei 29.050 salvaguardati dal decreto), per i fondi di solidarietà (26.200 a fronte dei 17.710 previsti dal decreto) e beneficiari del congedo straordinario per l'assistenza ai figli gravemente disabili (3.330 a fronte dei 150 previsti dal decreto in via di emanazione). Sulla mobilità la differenza la fa il fissare nel 4 dicembre 2011 la data entro la quale il lavoratore che potrà andare in pensione con le vecchie regole dovrà essere già uscito dal lavoro e essere in mobilità (e quindi non la data entro la quale è stato fatto l'accordo collettivo con l'azienda).

La replica dell'Inps: gli esodati sono 65mila, non ci sono altre stime
L'Inps «non ha fornito stime diverse e ulteriori rispetto al tema dei salvaguardati». Lo dichiara il direttore generale dell'Istituto Mauro Nori, in riferimento alla stima di 390.200 persone. L'Inps conferma dunque che i salvaguardati sono 65.000 per i prossimi 24 mesi allo stato dell'arte.

L'irritazione del ministro Fornero nei confronti dei vertici Inps
In serara, tuttavia, il ministro Elsa Fornero «ha manifestato ai vertici dell'Inps la propria disapprovazione e deplorato la parziale e non ufficiale diffusione di informazioni che ha provocato disagio sociale». È quanto si legge in una nota. Fornero «ha convocato il Presidente e il Direttore Generale dell'Inps per avere chiarimenti circa notizie relative a documenti interni all'Istituto contenenti valutazioni che, non corredate da spiegazioni e motivazioni di dettaglio, hanno finito per ingenerare confusione e sconcerto nella pubblica opinione».

Di Pietro (Idv): trovare subito le risorse per allargare la platea
«Adesso i dati sono sotto gli occhi di tutti - osserva il leader dell'Idv Antonio Di Pietro - : vi sono quasi 400 mila persone che rischiano di rimanere senza pensione e senza stipendio, perché questo governo, all'ultimo momento, ha cambiato le regole del gioco. Chiediamo al ministro - prosegue - di individuare subito le risorse necessarie a garantire a ognuno di loro la copertura retributiva e contributiva fino all'aggancio con la pensione, riprendendo il confronto con le organizzazioni sindacali».

Cosa prevede il decreto ministeriale
Il Governo sottolinea nel decreto in via di emanazione che potranno andare in pensione con le vecchie regole per queste due categorie solo coloro che maturano la decorrenza della pensione entro 24 mesi dall'entrata in vigore del Salva Italia (6 dicembre 2011) e quindi di fatto che, considerata la finestra mobile, maturano i requisiti entro maggio 2012 se autonomi e entro novembre 2012 se dipendenti.

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