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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2012 alle ore 06:38.

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Vertice serale a sorpresa a palazzo Chigi tra Monti e i leader di Pd, Pdl e Terzo Polo, Bersani, Alfano e Casini. Il premier li ha informati sulla situazione economica e finanziaria in Europa, dell'atteggiamento che l'Italia assumerà nei prossimi appuntamenti con i capi di governo degli stati membri e della necessità di coesione delle forze politiche nel sostegno all'azione di risanamento e di crescita condotta dal Governo.

In una nota diramata subito dopo, Monti ha affermato che «ciò consentirà al Paese quell'unità di intenti necessaria a superare la criticità del contesto attuale e a dare all'estero un'immagine coesa». Nel corso dell'incontro, durato un'ora, i tre leader hanno confermato il pieno sostegno al Governo e l'impegno a portare sollecitamente a compimento le riforme all'esame del Parlamento e i provvedimenti in corso di elaborazione nell'ambito della spending review. Dell'esito positivo dell'incontro, Monti ha poi informato Napolitano, Schifani e Fini.

Nel pomeriggio Monti aveva dovuto dare le sue rassicurazioni alla radio tedesca A.R.D.: «Anche in futuro» l'Italia non avrà bisogno di aiuti dal fondo europeo salva-Stati. Una replica all'incauta esternazione del ministro delle Finanze austriaco, Maria Fekter, agli attacchi della stampa internazionale, soprattutto d'oltreoceano, e a quelli che Monti definisce «cliché e pregiudizi». L'Italia è nuovamente sotto attacco.

Perciò il premier ha voluto convocare i leader della maggioranza, per dare anche un segnale di compattezza politica. Si è parlato delle difficoltà dell'euro, dell'Italia ancora sotto tiro, delle tensioni sui conti, su cui pesa anche il terremoto. Escluse manovre correttive, Monti ha spiegato che la spending review sarà rigorosa e ha chiesto di accelerare la riforma del mercato del lavoro.

Quel che preoccupa Monti è che si alimenti un clima di sfiducia nel nostro Paese. Timori espressi al capo dello Stato in un colloquio telefonico prima del vertice a Palazzo Chigi, anche in previsione dell'informativa in programma questa mattina alla Camera. Tra le ipotesi una mozione di sostegno. «Capisco - osserva Monti - che l'Italia possa essere associata all'idea di un Paese indisciplinato. Ma in questo momento è più disciplinato di tanti altri». Poco prima fonti dell'Eurogruppo avevano rassicurato: nessun aiuto finanziario all'Italia poiché l'azione del Governo «è coraggiosa e seria». Le affermazioni della Fekter erano parse fuori luogo: alla luce degli «elevati rendimenti» cui l'Italia deve far fronte per finanziarsi sui mercati, da Roma potrebbe partire la richiesta di aiuti. Dichiarazioni poi parzialmente corrette dalla Fekter. Secca e gelida la replica di Monti. È «del tutto inappropriato» che un ministro di uno Stato membro «commenti in questo modo la situazione di un altro Stato membro».

Per il premier, occorre rafforzare l'impegno politico dell'Ue per la crescita, ma con la «giusta velocità». Giorni in cui si gioca il destino della costruzione europea, nel fitto slalom tra elezioni greche (domenica), salvataggio delle banche spagnole (al varo dell'Ecofin del 22 giugno) e il nuovo attacco all'Italia. Nel mezzo la fitta rete di incontri tra i leader europei, che culminerà nel decisivo vertice del 28 e 29 giugno. Per Monti gli strumenti per immettere nuova linfa nel motore dell'economia europea «non sono antitetici ma coerenti con la disciplina di bilancio». È un messaggio diretto alla Germania, proprio alla vigilia del "bilaterale" di oggi a Berlino con il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. Monti ne parla al termine dell'incontro con il premier sloveno Janez Jansa.

Oggi a Berlino, domani nell'incontro con il presidente francese Hollande, Monti ribadirà che occorrono «decisioni importanti per garantire la stabilità finanziaria dell'Eurozona con tutti gli strumenti». L'auspicio del premier è che nei prossimi giorni prenda finalmente corpo la discussione «sulle modalità per rilanciare la crescita». Il tempo stringe, occorre fare in fretta, come sottolinea il vice ministro all'Economia, Vittorio Grilli: «La sfida principale, la priorità per il Paese è non perdere né tempo né energie nella sfida per la crescita».

Le proposte ai partner Ue

GOLDEN RULE
Il governo italiano spinge per la golden rule, ossia lo scorporo degli investimenti pubblici dal calcolo del deficit, per mitigare il rigore in favore della crescita. La golden rule non ha mai superato il livello di ipotesi di studio, anche per le difficoltà emerse nel definire una griglia omogenea che qualifichi gli investimenti produttivi in tutti i Paesi Ue
GARANZIE SUI DEPOSITI
Altra proposta del governo Monti, l'istituzione di un sistema di garanzie europee sui depositi bancari, per bloccare sul nascere le fughe di capitale che hanno colpito recentemente le banche greche e, in misura minore, quelle spagnole. Un tema da tempo elemento di riflessione delle autorità bancarie europee, Bce in testa
PROJECT BOND
Sui project bond, prestiti obbligazionari per finanziare progetti infrastrutturali, è già arrivato un accordo di massima tra Parlamento e Consiglio Ue. A emetterli saranno società private, con il supporto della Bei e dell'Ue che, per la fase pilota (2012-2013), contribuirà con 230 milioni, attinti dal budget comunitario 2007-2013
Le reazioni. Der Spiegel - Germania
«Il quotidiano economico italiano parla direttamente alla Reggente incorreggibile. Tra le macerie di piccoli e grandi Paesi non può sopravvivere una Germania forte e in salute»

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