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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2012 alle ore 13:50.

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«Non sono più padrone dei miei soldi». Nelle parole di Massimo c'è tutta la rabbia e l'impotenza di chi da un giorno all'altro si è visto negare dalla banca i propri soldi. Lui, infatti, è uno dei 30mila risparmiatori a cui Banca Network dal 31 maggio scorso ha bloccato il conto. Non un preavviso o una comunicazione ai propri clienti: solo un comunicato sul sito in cui si spiega che la misura si è resa necessaria per «fronteggiare la situazione di difficoltà». «A casa non è arrivata nessuna comunicazione, telefonate o avvisi via mail. Niente». Massimo vive a Milano da appena 2 mesi: a Messina ha lasciato la moglie e due figlie. Come altri malcapitati ha scoperto il blocco per caso.

«Sono andato dal meccanico per riparare la macchina guasta. Ho pagato col bancomat ma risultava bloccato. Ho chiamato il promotore e mi ha detto di questo provvedimento del 31 maggio». Banca Network dal novembre del 2011 è in amministrazione straordinaria: l'istituto, nato da una costola della Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani, ora è in mano a due commissari nominati dalla Banca d'Italia, gli stessi che hanno deciso lo stop ai pagamenti.

I conti di Banca Network, che ha tra i principali azionisti la Sopaf dei fratelli Magnoni, il gruppo assicurativo britannico Aviva, il Banco Popolare e De Agostini, raccontano una situazione sull'orlo del fallimento, in cui per ora a rimetterci sono i clienti. «Non solo non posso prendere i miei soldi, ma la cosa più grave ancora è che non può neanche essere accreditato lo stipendio perchè la banca è inesistente».

www.twitter.com/vitolops

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