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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2012 alle ore 15:13.

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Europa unita più piccola e solo con il Nord Italia il modello Carlomagno minaccia l'integrazione (Ft)Europa unita più piccola e solo con il Nord Italia il modello Carlomagno minaccia l'integrazione (Ft)

In realtà, precisa l'opinionista del Ft, un ideale «snellito» di unificazione era già nella mente dei leader europei quando vararono il Trattato di Lisbona del 2009, che per la prima volta prevede la possibilità che un Paese lasci l'Ue. «Molti politici UK, in gran parte inglesi, vorrebbero fare proprio questo».
Esistono dubbi – continua - anche su quanto i Paesi europei occidentali vedano l'integrazione come un modello che comprenda tutti gli Stati ex comunisti. «Deplorano l'allontanamento dell'Ungheria dagli standard democratici Ue e condannano la corruzione e il crimine organizzato in Bulgaria e Romania».

«Per alcuni, negli Stati membri fondatori dell'Ue, l'ideale di unità non è l'impero romano, che includeva Londra e Costantinopoli, ma l'impero medievale di Carlomagno, che consisteva essenzialmente in Francia, Paesi del Benelux, Germania e Nord Italia».
Ma anche un'Europa più piccola, fa notare Barber, dovrebbe fare i conti, come fa l'Ue oggi, con i bassi tassi di crescita a lungo termine, il debito eccessivo, la stagnazione demografica, i sistemi pensionistici sovraccarichi e la concorrenza di potenze non europee. E c'è anche un problema di sicurezza nazionale e spesa militare: con gli Stati Uniti sempre più concentrati su Asia-Pacifico, i governi europei dovrebbero rafforzare la spesa per la difesa in un momento di tagli alla finanza pubblica e resistenze della popolazione ai tagli del welfare.
In questo clima di tensioni, «potrebbe essere difficile per i partiti politici che hanno governato l'Europa dal 1945 – socialdemocratici, centristi e centrodestra – mantenere il controllo di fronte a sfidanti radicali e non convenzionali che attraggono consensi dall'Austria e dalla Finlandia all'Olanda e all'Italia».

Per quanto riguarda l'Eurozona, la crisi ha intensificato gli appelli a un'integrazione più stretta. Al vertice I'Ue del 28 e 29 giugno saranno presentate proposte di unione. Ma è un obiettivo di medio termine e la strada per arrivarci è dura.
Il Ft approfondisce in un riquadro la spinta all'unione politica. La crisi di legittimazione sta spingendo alcuni veterani di Bruxelles ad argomentare che i 17 Paesi dell'eurozona debbano fare i loro preparativi legislativi nell'ambito di una «spinta d'avanguardia a una maggiore integrazione». «Ma una tale mossa di rottura indebolirebbe l'unità del mercato unico e, alla fine, la stessa unione».

Dopo avere messo in evidenza i contrasti tra francesi e tedeschi, Barber osserva: «Le divergenze franco-tedesche non sono niente di nuovo nella storia Ue. Può darsi che le due nazioni trovino un modo per tenere in vita una qualche versione dell'unità europea. Ma se lo fanno, sarà una federazione politica o un'unione fiscale di portata limitata. Non tutti i 27 Stati membri Ue ne faranno parte. Se la fortuna dell'Europa tiene, in futuro sarà libera. Ma sarà qualcosa meno che intera», conclude echeggiando le parole pronunciate dal presidente Usa George Bush senior a Mainz nel 1989, sul finire della Guerra Fredda: «Che l'Europa sia intera e libera».

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