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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2012 alle ore 23:38.

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FRANCOFORTE - Sotto pressione da ogni parte, dai mercati finanziari e dai partner europei, e in previsione di sollecitazioni ancora più pesanti dal vertice del G-20 della prossima settimana in Messico, il cancelliere tedesco Angela Merkel mette le mani avanti e avvisa che la Germania non può risolvere da sola la crisi dell'Eurozona, mentre chiede un ruolo maggiore per la Banca centrale europea nella vigilanza bancaria.

Il cancelliere ha anche ribadito il suo no agli eurobond e alla creazione di un fondo europeo di garanzia dei depositi, sostenuti da Francia, Italia e Spagna e definiti «soluzioni miracolistiche». In un discorso a Mannheim, però, il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, fino allo scorso anno consigliere economico della signora Merkel, ha affermato che si tratta di opzioni che potrebbero realizzarsi una volta completata l'unione fiscale, che la Germania chiede, con la ncessaria cessione di sovranità da parte degli Stati nazionali.

«La Germania è forte - ha detto il capo del Governo tedesco in un discorso al Parlamento per introdurre i temi del G-20 - è il motore economico e l'ancora di stabilità dell'Europa. Sta mettendo la sua forza e il suo potere al lavoro per il servizio della gente, non solo in Germania, ma anche per aiutare l'unità europea e l'economia globale. Ma sappiamo che la forza della Germania non è infinita».

Al tempo stesso, la signora Merkel, pur riconoscendo che la crisi dell'Eurozona sarà al centro della discussione al G-20 di Los Cabos, e che «tutti gli occhi sono sulla Germania», ha richiamato le altre potenze a fare la propria parte. «Le cause dell'indebolimento dell'economia globale non sono solo nell'area dell'euro» ha sostenuto, citando la necessità che gli Stati Uniti riducano il proprio deficit di bilancio e la Cina e gli altri Paesi emergenti accettino di rendere più flessibli le proprie valute. Il cancelliere ha avvertito anche dei pericoli del protezionismo, che, secondo un rapporto appena diffuso dal Centre for economic policy research di Londra, il Global trade alert, è in effetti in aumento: 110 misure di limitazione del commercio internazionale sono state messe in atto dall'ultimo summit del G-20 a Cannes nel novembre scorso, 89 delle quali proprio dai Paesi membri del gruppo.

La signora Merkel ha richiamato i partmer europei a completare lo «sforzo erculeo» dell'integrazione per mettere in atto oggi quello che non è stato fatto al momento del lancio dell'euro nel 1999 e uscire dal «circolo vizioso del nuovo debito e del mancato rispetto delle regole». Fra gli elementi di integrazione che il cancelliere tedesco vede con favore è l'attribuzione di maggiori poteri di vigilanza bancaria alla Bce, per evitare episodi come l'errore negli stress test sul sistema delle banche spagnole. Nei giorni scorsi, la signora Merkel aveva osservato che l'atteggiamento troppo accomodante della autorità di vigilanza nazionali aveva vanificato gli stress test della European banking authority. L'attribuzione alla Bce di poteri di vigilanza sulla banche è un tema controverso, perché alcuni ritengono questi poteri in potenziale contrasto con il mandato anti-inflazione dell'istituto di Francoforte. C'è un ampio consenso tuttavia che la vigilanza debba essere maggiormente accentrata a livello europeo, un punto sostenuto dalla stessa Bce, la quale ritiene però che debba accompagnarsi alla garanzia comune per i depositi e a un'autorità europea per liquidare le banche insolventi.

Intanto, sul fronte interno, un accordo di massima è stato raggiunto fra maggioranza e opposizione per l'approvazione nei due rami del Parlamento tedesco del patto fiscale europeo e del fondo salva-Stati permanente Esm. Il voto al Bundestag avverrà il 29 giugno, quello al Bundesrat entro il 6 luglio: entrambi richiedono una maggioranza dei due terzi. Il Governo si impegnerà a sostenere in Europa l'adozione di una tassa sulle transazione finanziarie e misure per la crescita. L'opposizione socialdemocratica è a favore della creazione di un fondo europeo per il riscatto del debito, proposto dai "cinque saggi" che consigliano il cancelliere sull'economia, ma finora il Governo ha bocciato la proposta.

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