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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2012 alle ore 09:36.

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Se il decreto legge per la crescita presenta nel complesso molti aspetti controversi, soprattutto in termini di reale impatto sull'economia, che non si può certo risolvere con qualche numerone altisonante, il capitolo sulla casa e sul rilancio dei lavori di ristrutturazione presenta, viceversa, un chiaro segno positivo, destinato a produrre un volano sull'intero comparto edilizio. Non è un caso che la prima associazione di imprese che ieri ha preso una posizione netta sia stata l'Ance, l'associazione dei costruttori edili, che in un comunicato ha parlato di «svolta decisiva per la crescita».

Corrado Passera ha giocato sugli incentivi alle ristrutturazioni gran parte della sua partita con chi, soprattutto al ministero dell'Economia, ha tentato di liquidare o svuotare anche questo decreto legge per la crescita, come era successo negli ultimi dodici mesi con altri provvedimenti teoricamente e formalmente destinati allo stesso scopo.

Alla fine il ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture l'ha spuntata e ha ottenuto un risultato che solo un mese fa sarebbe stato impensabile: irrobustire il bonus del 36% portandolo al 50%, con il contemporaneo raddoppio del tetto di spesa agevolata da 48mila a 96mila euro. Poco importa che questo duri un anno, come ingenerosamente gli ha rimproverato Pier Luigi Bersani, dimenticando che tempi troppo lunghi per gli incentivi non producono lo scatto a breve che qui si spera di provocare. E poco importa se per ottenere questo risultato ha dovuto cedere qualcosa (la riduzione del credito agevolato dal 55% al 50%) per il bonus del risparmio energetico dal prossimo 1° gennaio (rimproverato anche su questo punto dal Pd). Il segnale al mercato è stato mandato ed è un segnale molto forte: per far ripartire l'Italia ingolfata si deve ripartire dall'edilizia e dalla casa, il bene cui gli italiani tengono maggiormente. Le misure varate ieri non faranno dimenticare il sacrificio del pagamento dell'Imu, ma forse non è un caso che tutto questo avvenga nei giorni in cui si paga la prima rata dell'odiata imposta.

Resta da capire, infine, quanto il cavallo, portato alla fonte, sia disposto a bere. In questo momento molte famiglie preferiscono tenere i loro risparmi, quando ci sono, al sicuro. D'altra parte, c'è stata una caduta dei finanziamenti da parte delle banche anche nel settore casa. Lo sforzo per ripartire deve essere fatto da parte di tutti, sui singoli segmenti. Non c'è dubbio che su questo specifico segmento il Governo ha fatto quello che doveva e forse anche qualcosa di più. Le banche ora facciano la loro parte e non facciano mancare la liquidità sia alle famiglie che alle imprese. La scommessa è che i motori ripartano e che si torni ad avere più fiducia nel nostro futuro, anche rimettendo a posto l'abitazione. Senza contare che a vedere innalzato il beneficio saranno anche quei lavori, come la prevenzione antisismica, che proprio in questi giorni sono invocati da molti in risposta alla tragedia emiliana.

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