Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2012 alle ore 09:34.

My24

ROMA - Per i sindacati il decreto sviluppo è un primo passo, ma non ancora sufficiente. Cgil, Cisl e Uil, sia pure con diversi accenti, incalzano il governo affinchè inverta la marcia, tagliando il carico fiscale per lavoratori, dipendenti e pensionati. La richiesta di una svolta nella politica economica sarà ribadita oggi alla manifestazione nazionale organizzata a Roma, che secondo quanto annunciato dalla leader della Cgil, Susanna Camusso, sarà seguita da altre iniziative di mobilitazione a livello territoriale, che non si può escludere si concluderanno con uno sciopero nazionale.

Tra i sindacati Cisl e Uil sottolineano anche aspetti positivi, mentre dalla Cgil arriva un giudizio del tutto negativo sul Dl «non all'altezza dell'aspettativa che c'è di una fase due che inverta la tendenza recessiva del paese».

Camusso premette che trattandosi di un provvedimento molto corposo andrebbe letto con attenzione, aggiungendo «ci pare che i provvedimenti relativi all'edilizia, come quelli riferiti al credito di imposta, siano senza effetti sull'emersione del sommerso». Per la Camusso «siamo ben lontani da una idea di politica industriale e di una messa in moto degli investimenti», siamo «all'ennesimo annuncio della possibilità che il Cipe deliberi e sblocchi gli investimenti effettivi». Non mancano aspetti «interessanti come l'incentivazione del lavoro a tempo indeterminato», ma per la Cgil sono «poca cosa», avrebbe avuto «più effetto un allentamento del patto di stabilità per i Comuni in grado di investire».

Per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, il Dl è «un primo segnale di attenzione al tema della crescita e dello sviluppo», ma «è ancora troppo poco». Per far uscire il paese dalla recessione, secondo Bonanni «occorre far crescere i salari e le pensioni riducendo le tasse e i troppi balzelli che gravano sul lavoro». Nel merito, la Cisl esprime un giudizio positivo sulle misure, in particolare sulla «possibilità per i comuni di utilizzare i crediti di imposta sui dividendi distribuiti dalle società che gestiscono servizi pubblici locali per realizzare opere infrastrutturali», che «risponde all'esigenza di promuovere le opere medio piccole, fondamentali per lo sviluppo dei territori». È considerato positivo il 50% di bonus fiscale per le ristrutturazioni edilizie, anche se «va mantenuta la premialità più alta per la riqualificazione energetica».

Per Paolo Pirani (Uil) «il cosiddetto decreto sviluppo, nonostante sia ancora al di sotto rispetto alle misure necessarie, attiva molte leve utili per stimolare la competitività». Per Pirani bisogna «dare maggiore impulso allo sviluppo, attivando tutti i poteri sostitutivi necessari per realizzare le opere pubbliche strategiche», va «incrementato il tema del credito alle imprese» e «resta aperta la questione della vera misura necessaria per rilanciare il Paese, la riduzione delle tasse sul lavoro».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi