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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2012 alle ore 13:30.
L'ultima modifica è del 16 giugno 2012 alle ore 09:38.

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È importante che i greci eleggano un governo che onori i termini del salvataggio concordato con la comunità internazionale. Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel: «È molto importante che nelle elezioni di domani il risultato sia la formazione di un governo che dica «Ok, terremo fede agli accordi». (Ansa)

dal nostro inviato Beda Romano
BERLINO - A due giorni da una delicato G-20, il cancelliere Angela Merkel ha difeso strenuamente ieri le proprie posizioni contro una mutualizzazione dei debiti nella zona euro. Ai più l'intervento della signora Merkel potrà sembrare l'uscita di un leader colpevolmente in trincea. In realtà, dietro alle sue parole si nasconde una Germania convinta che l'integrazione europea richieda una necessaria cessione di sovranità.

«Il pericolo che si nasconde dietro alle proposte impulsive di mutualizzazione» dei debiti pubblici è di nascondere le differenze dei livelli economici appiattendo i rendimenti obbligazionari dei diversi stati, ha avvertito ieri la signora Merkel, parlando a Berlino davanti a una platea di dirigenti di imprese famigliari. «Colui che non vuole vedere questa realtà fa una scelta mediocre. E la mediocrità non deve diventare la regola» nella zona euro.

«Non ci sarà una buona unione economica e monetaria senza una unione politica», e senza quindi una cessione delle sovranità nazionali. «Non si può volere gli eurobonds e al tempo stesso rifiutare ogni controllo» sui bilanci nazionali. La signora Merkel ha ricordato che nel 2011, mentre i Paesi negoziavano il fiscal compact (il patto che prevede una sorveglianza rafforzata sui bilanci nazionali), si era detta pronta a dare alla Corte di Giustizia il potere di «invalidare» i bilanci in deficit eccessivo, «ma questo - ha aggiunto il cancelliere - non piace ad alcuni Paesi».

Il cancelliere ha parlato di «mancanza di fiducia tra gli attori» della zona euro. La critica era rivolta alla Francia, che solo ora ha proposto una unione bancaria che comporterebbe una cessione di sovranità nella vigilanza delle banche. Ancora più netto è stato il cancelliere nel criticare la politica economica del partner francese. «Se guardate all'evoluzione del costo del lavoro negli ultimi dieci anni in Germania e in Francia, un decennio fa la Germania era messa un po' peggio. Oggi le differenze stanno crescendo» a vantaggio della Germania. «Anche di questo bisogna parlare in Europa».

Proprio ieri si è tenuta una teleconferenza tra i capi di Governo di Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna nella quale hanno discusso del prossimo G-20, in programma a Los Cabos (in Messico) lunedì e martedì prossimi. I leader «hanno constatato un'ampia convergenza di vedute fra loro - secondo un comunicato diffuso dall'Eliseo - sulle questioni all'ordine del giorno del G-20, e in particolare le priorità da conferire alla crescita e all'occupazione, alle regole per il settore finanziario e al finanziamento dello sviluppo». Da settimane ormai i partner della zona euro dibattono di integrazione europea. La Francia, l'Italia, la Spagna chiedono una mutualizzazione, cioè una messa in comune dei debiti pubblici per lanciare ai mercati un segnalo politico oltre che economico. Dalle recenti prese di posizione dell'establishment tedesco emerge che la Germania non gira le spalle a una maggiore integrazione europea. Vuole però che avvenga nel pieno rispetto dei trattati e delle costituzioni.

L'articolo 125 dei Trattati vieta l'assunzione dei debiti altrui da parte dei Paesi della zona euro. Ciononostante, si discute di un fondo di riscatto dei debiti, proposto dai cinque saggi del governo tedesco. L'establishment è diviso sulla questione. Chi teme di violare i Trattati o la Costituzione pensa che il fondo possa prevedere, anziché la mutualizzazione dei debiti, solo una gestione in comune di obbligazioni che rimarrebbero nazionali. «La stabilizzazione della zona euro - ha assicurato ieri la signora Merkel - è una questione chiave per noi». Fino a interpretare anche in modo estensivo il Trattato, in caso di necessità? La scelta ieri della Germania di criticare così apertamente il partner francese è la migliore prova di come il Paese sia preoccupato dalla crisi debitoria, coinvolto nella ricerca di una soluzione e frustrato dalla reticenza con cui la Francia parla di sovranità nazionale e fatica a riformare la propria economia.

(articolo aggiornato alle ore 13,30)

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