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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2012 alle ore 18:04.

Mario Monti ha chiesto al Parlamento di varare il ddl con la riforma del mercato del lavoro prima del Consiglio Ue del 28 e 29 giugno. Una richiesta che ha trovato molti sostenitori, a partire dai ministri Fornero e Passera, ma che ha scatenato anche molti maldipancia.
Fornero: approvare al più presto
«Spero che la riforma sul mercato del lavoro sia approvata al più presto», ha affermato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, a margine di un incontro a Milano. Secondo il ministro «un governo tecnico deve cercare di stare al di sopra» delle parti e «credo che questa riforma realizzi non un compromesso ma un equilibrio tra interessi diversi, rappresentati in maniera molto forte dalle parti».
Passera: ci sono tutti i presupposti per approvarla definitivamente
«All'appuntamento di Bruxelles si può arrivare con la riforma del lavoro conclusa». ha detto il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera nel corso del convegno dei francescani ad Assisi. «Il ddl è già stato approvato da un ramo del parlamento quindi - ha concluso fiducioso il Ministro - ci sono tutti i presupposti per approvarla definitivamente».
Casini: approvare subito. All'appello di Monti dobbiamo rispondere: presenti
«Il ddl lavoro va approvato entro il 28 giugno, data del Consiglio europeo, come ha chiesto Monti. All'appello del presidente del Consiglio dobbiamo rispondere: presenti. Basta indebolire un governo che a parole si dice di
sostenere», ha dichiarato Pier Ferdinando Casini nel corso di una breve conferenza stampa.
Cazzola: serve più flessibilità in entrata
«Se si vuole modificare il testo varato dal Senato non si può sostenere, come fanno settori del Pd, che la questione della flessibilità in entrata é una partita chiusa», ha affermato Giuliano Cazzola (Pdl) - vicepresidente della commissione Lavoro della Camera e relatore al Ddl sul mercato del
lavoro insiewme a Cesare Damiano (Pd) - sottolineando in una dichiarazione che «nella riforma i problemi all'occupazione non verranno tanto dall'Aspi o dalla decorrenza dell'entrata in vigore dei nuovi ammortizzatori sociali, quanto piuttosto da talune norme di irrigidimento della flessibilità in entrata. Alcuni settori produttivi, penso ai call center, hanno dichiarato pubblicamente, ad esempio, che, con le nuove norme previste per le collaborazioni, sono in pericolo decine di migliaia di posti di lavoro ed é concreta la minaccia di ulteriori delocalizzazioni».
Damiano: comprendiamola richiesta dell'Europa, ma vogliamo una soluzione per gli esodati e lo slittamento dell'Aspi
«L'Europa ci chiede la riforma del mercato del lavoro e il premier Monti vuole portare questo risultato al Consiglio europeo del prossimo 28 giugno. Comprendiamo il significato politico ed economico di queste proposte, ma vorremmo anche noi formulare le nostre richieste per dare una immediata soluzione ad alcuni temi sociali particolarmente gravi», ha commentato Cesare Damiano, capogruppo Pd in Commissione lavoro e relatore insieme a Giuliano Cazzola (Pdl) del provvedimento. «La prima richiesta riguarda i lavoratori rimasti, dopo la riforma previdenziale, senza un lavoro e senza pensione perché il decreto interministeriale sui 65mila 'salvaguardati', non ancora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, non risolve
assolutamente il problema. La seconda richiesta riguarda lo slittamento, almeno di un anno, dell'entrata in funzione della nuova assicurazione sociale per l'impiego (Aspi).
Moffa (Pt): approvare entro il 28 significa esautorare il parlamento
«Ho l'impressione che si stia forzando la mano al Parlamento. Tutti abbiamo consapevolezza dell'importanza di fare una riforma del mercato del lavoro, mi preoccuperei soprattutto dei contenuti, di farla bene questa riforma, perchè indipendentemente da quello che si può pensare presenta degli aspetti sui quali si può ancora intervenire per dei miglioramenti sostanziali», ha detto a Radio Radicale il presidente della commissione Lavoro della Camera Silvano Moffa, deputato di Popolo e territorio. «Il punto della data di approvazione della riforma - ha spiegato Moffa - era stato chiarito nell'ambito della conferenza dei capigruppo e la Camera si era data dei tempi già molto stretti». Per Moffa «si sta sostanzialmente esautorando il Parlamento, a questo punto vedremo come comportarci».
Carlino (Idv): la riforma sarà il burrone dei lavoratori
«Con il ddl lavoro il governo ci impone di correre verso un traguardo che non sarà altro che il burrone dei lavoratori», ha sottolineato la senatrice Giuliana Carlino, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Lavoro. «Fino ad ora Il ministro Fornero ha collezionato solo pasticci, prima con la riforma delle pensioni, poi con quella del mercato del lavoro. Incongruenze e lacune gravissime che hanno messo e metteranno a rischio migliaia e migliaia di lavoratori».
Intanto per domani, martedì, è stato fissato un vertice sulla riforma del mercato del lavoro tra il ministro Elsa Fornero e i capigruppo di maggioranza. Secondo quanto si apprende l'incontro si terrà alla Camera in un orario ancora da precisare.
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