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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2012 alle ore 17:45.

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Cesare Prandelli ha confidato che Giovanni Trapattoni, suo padre calcistico alla Juventus tra il 1979 e il 1985, per lui è ancora, semplicemente "il mister". Chissà invece se a Niccolò Prandelli, figlio del ct azzurro, non scappi un "pà", "papi" o "papà" che dir si voglia durante gli allenamenti della nazionale alle porte di Varsavia. Proprio così, ormai è risaputo, nello staff di Prandelli agli europei collabora anche il figlio del tecnico, di professione preparatore atletico.

Al momento della "convocazione" il ct non ha dribblato le accuse di parentopoli all'ordine del giorno nel nostro paese: «Non ho pensato ad eventuali polemiche e ciascuno può pensare ciò che vuole, anzi auguro a ogni padre di lavorare con il proprio figlio se lo merita» provando così a scoppiare sul nascere la bolla di nepotismo che montava minacciosa attorno all'argomento. Ma le capacità di Niccolò sono al di sopra di ogni sospetto: modesto calciatore, con la maturità scientifica in tasca si è laureato in Scienze Motorie, ha preso la specializzazione in Management sportivo e l'abilitazione per preparatori atletici al corso di Coverciano. Ad averne, di teste così nel calcio. Certo è (parlano i fatti) che il 28enne centravanti mancato qualche assist dal padre in carriera l'ha ricevuto. Prima della reunion in azzurro, tre anni assieme alla Fiorentina, poi Cesare in nazionale e Niccolò al Parma dove tuttora figura nei quadri tecnici e dove il padre rilanciò la sua carriera nel 2002.

Dicono di Niccolò essere un passo avanti nel recupero degli infortunati e un bel banco di prova in questo senso sarà testare la condizione fisica del rientrante Barzagli, stasera titolare con l'Irlanda al centro della difesa, dopo la lesione al gemello mediale del polpaccio destro rimediata lo scorso 4 giugno. Certo è che se mettiamo sul piatto la condizione fisica generale degli azzurri, la bilancia pende a sfavore del buon Niccolò. Per carità non ha mica sulla coscienza il logorio di una stagione al solito dispendiosa per i vari Di Natale, Balotelli e compagnia ma nelle tre partite sotto la sua gestione atletica (in coppia con Giambattista Venturati) l'Italia è puntualmente crollata nei secondi tempi: dall'amichevole con la Russia (tre gol subiti dal 59' all'89') fino al pareggio con la Croazia arrivato al 72' passando per la mezz'ora finale sulle ginocchia all'esordio con la Spagna.

E se tre partite non bastano per fare una prova, qualche indizio in più lo abbiamo raccolto spulciando le partite del Parma della stagione appena conclusa: la squadra di Colomba prima e Donadoni poi nei secondi tempi ha subito 37 gol, a fronte dei 16 nei primi 45', e ottenuto un differenziale di nove punti in meno che avrebbero permesso ai ducali di approdare ai preliminari di Champions League. Voltando pagina però saltano all'occhio le 7 vittorie di fila degli emiliani nelle ultime sette giornate a testimonianza di una condizone fisica crescente strada facendo. Prandelli si augura che il buon lavoro del figlio sul lungo periodo possa dargli una spintina nel prosieguo del torneo ma il tempo stringe e papà dovrà prima battere "mister" Trap.

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