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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2012 alle ore 18:30.
L'ultima modifica è del 21 giugno 2012 alle ore 10:38.

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Il Tribunale di Roma ha condannato la Fiat per discriminazioni contro la Fiom a Pomigliano: 145 lavoratori con la tessera del sindacato di Maurizio Landini dovranno essere assunti nella fabbrica. Lo rende noto la stessa Fiom precisando che 19 iscritti al sindacato avranno anche diritto a 3mila euro per danno.

La prova «statistica»
«La Fiom - spiega Elena Poli, legale del sindacato - ha fatto causa alla Fiat sulla base di una normativa specifica del 2003 che recepisce direttive europee sulle discriminazioni. Alla data della costituzione in giudizio, circa un mese fa, su 2.093 assunti da Fabbrica Italia Pomigliano nessuno risultava iscritto alla Fiom. In base a una simulazione statistica affidata a un professore di Birmingham le possibilità che ciò accadesse casualmente risultavano meno di una su dieci milioni».

Il reintegro
Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ha agito per conto di tutti i 382 iscritti alla sua organizzazione (nel frattempo il numero è sceso a 207) e a questa cifra fa riferimento il giudice ordinando all'azienda di assumere 140 lavoratori con la tessera dei metalmeccanici Cgil.

Le cause individuali
«L'azione antidiscriminatoria - spiega ancora il legale della Fiom - può essere promossa dai diretti discriminati e se la discriminazione è collettiva dall'ente che li rappresenta. Per questo 19 lavoratori hanno deciso di sottoscrivere individualmente la causa e hanno ottenuto i 3.000 euro di risarcimento del danno».

Camusso: finalmente una buona notizia
«Finalmente una buona notizia. Il tribunale di Roma ha condannato la Fiat per discriminazione. Gli iscritti alla Fiom Cgil riacquistano così la loro condizione di lavoratori liberi di scegliere a quale sindacato iscriversi, senza che questo di per sé determini la perdita del rientro al lavoro nello stabilimento di Pomigliano». È stato questo il commento del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.

La sentenza, osserva ancora il numero uno della Cgil, «si basa giustamente sul principio della rappresentanza delle organizzazioni, che può e deve essere misurata. Un ulteriore contributo allo sviluppo dell'intesa del 28 giugno, che va rapidamente attuata e deve essere misura di tutti i confronti contrattuali, a partire dal rinnovo del contratto dei metalmeccanici».

La Fiat annuncia il ricorso
La Fiat presenterà ricorso contro la sentenza del Tribunale di Roma che ha dato ragione alla Fiom sulle discriminazioni nello stabilimento di Pomigliano. L'azienda non fa per ora alcun commento sul merito della sentenza. Il ricorso dovrà essere presentato entro trenta giorni.

Sacconi: un'anomalia della giustizia italiana
«Il provvedimento giudiziario che obbliga Fiat ad assumere 145 operai iscritti alla Fiom nella nuova società di Pomigliano è emblematico dell'anomalia che contraddistingue la giustizia italiana. E ciò rende ancor più discutibile il maggiore potere conferito al giudice dalla norma contorta con cui il Governo vuole riformare l'articolo 18. Nel frattempo sentenze come questa mettono a rischio gli investimenti Fiat in Italia e scoraggiano l'attrazione di nuovi investimenti nel nostro Paese».

Bonanni: rispettare la decisione dei giudici
«È una sentenza come una rondine, che non fa primavera». Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha commentato così la decisione del tribunale di Roma. Conversando con i giornalisti a margine dell'assemblea di Confcommercio, Bonanni sottolinea che «se quella é la decisione del giudice, allora va bene per tutti. I giudici hanno ragione per partito preso».

La Uil della Campania verso il ricorso
Ad annunciarlo il segretario generale dei metalmeccanici della Uil campana, Giovanni Sgambati. «Valuteremo, dopo la lettura del dispositivo della sentenza, se ci siano i margini, così come immaginiamo, per fare ricorso. Riteniamo ingiusto - ha aggiunto Sgambati - che il pretore possa valutare corsie preferenziali per lavoratori iscritti a organizzazioni sindacali, mentre ve ne sono diverse centinaia, anche della Uilm, ancora in cassa integrazione». «Ci sembra strano - ha sottolineato Sgambati - che chi si oppone abbia diritto di precedenza su chi, invece, si è assunto la responsabilità di condividere un progetto, di aver sottoscritto un contratto e su chi ha chiesto un voto formale di adesione al progetto Fabbrica Italia».

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