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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2012 alle ore 18:14.

Saranno utilizzati «pienamente» tutti i meccanismi per assicurare la stabilità finanziaria nell'Eurozona, per stabilizzare i mercati, per contrastare la speculazione e confermare l'irreversibilità dell'euro. Ma quali meccanismi, per l'esattezza, si chiedono i mercati, visto che l'Efsf funziona male e l'Esm ancora non c'è?
Quelli «attuali», e non meccanismi nuovi, saranno utilizzati per proteggere l'unione monetaria europea, nel rispetto degli statuti e delle regole in essere, senza modifiche o riletture delle procedure e delle norme «varate a suo tempo»: sembra essere questo il messaggio ribadito oggi a Roma con vigore dai leader di Italia, Germania, Francia e Spagna, i primi quattro Pil dell'Eurozona.
Non è trapelata, dalla conferenza stampa dopo il vertice tenutosi a Palazzo Madama, alcuna novità concreta sull'Efsf e sull'Esm, i due fondi salva-Stati, nè sulla Bce. Pur lasciando aperta la porta alla volontà politica di «mettere in marcia» tutti gli strumenti per garantire la sopravvivenza dell'euro, e quindi potenzialmente anche meccanismi innovativi, il vertice che si è tenuto a Roma non ha fatto concessioni su novità in arrivo.
L'Efsf può già acquistare i titoli di Stato sul secondario, è stato ricordato (in realtà anche sul primario), ma solo dopo una richiesta ufficiale di aiuto da parte di un Paese in difficoltà e questa impostazione, contenuta nello statuto dell'Efsf, non sembra per ora destinata a cambiare; la Bce può già acquistare i titoli di Stato sul secondario (non in asta) ma solo in circostanze «eccezionali» e questo per ora, stando alla conferenza stampa, resta; il sostegno finanziario diretto alle banche non verrà concesso perchè, passando attraverso un aiuto di Stato, i paesi finanziatori potranno avere garanzie sul rispetto di una maggiore disciplina futura per evitare nuove bancarotte bancarie. Per ora, dunque, nulla di nuovo.
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