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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2012 alle ore 09:51.

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Roberto FormigoniRoberto Formigoni

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, sarebbe indagato nell'inchiesta della Procura di Milano sui 70 milioni di euro che il polo privato della sanità Fondazione Maugeri avrebbe pagato negli anni al consulente-mediatore Pierangelo Daccò. Lo riporta il Corriere della sera. Le ipotesi di reato, secondo quanto rende noto il quotidiano milanese, sono corruzione per la somma dei benefit ricevuti da Daccò e finanziamento illecito per oltre mezzo milione di euro relativi alle elezioni regionali 2010. Dalla Procura di Milano non è però giunta ancora conferma sull'iscrizione nel registro degli indagati.

ll finanziamento elettorale illecito sarebbe provenuto da un'azienda sanitaria privata in vista della campagna di Formigoni per le Regionali lombarde. L'ipotesi di reato di corruzione farebbe invece riferimento ai molteplici benefit di ingente valore patrimoniale - vacanze, soggiorni, utilizzo di yacht, cene di pubbliche relazioni a margine del Meeting di Rimini, termini della vendita di una villa in Sardegna a un coinquilino di Formigoni nella comunità laicale dei Memores Domini - messi a disposizione del governatore dal mediatore Pierangelo Daccò.

Il Governatore lombardo dice: «Non ne so nulla». E su Twitter parla d'altro, scrive: «Dietro alla mia scrivania c'è una foto con il Dalai Lama. La politica internazionale è equilibrio». Il riferimento è alla scelta del consiglio comunale di Milano di rinviare la decisione sulla concessione della cittadinanza onoraria al Dalai Lama. Tra le repliche c'è chi gli chiede una risposta alle indiscrezioni di stampa. Formigoni potrebbe dare alcune risposte in più già questa mattina, quando è prevista, nella sede della Regione, una sua conferenza stampa convocata già da ieri sera.

Ci sarebbero anche alcune delibere varate dalla Giunta regionale nel corso degli anni «nell'interesse» della Fondazione Maugeri alla base delle accuse mosse dalla Procura di Milano al presidente della Lombardia. In particolare, da quanto è filtrato, i pm milanesi sono arrivati ad ipotizzare nei confronti del governatore la corruzione anche analizzando una serie di provvedimenti «complessi» che hanno ritoccato al rialzo i drg e che hanno riguardato alcune strutture sanitarie tra le quali rientrava l'ente con sede a Pavia.

Per gli inquirenti, questo è il sospetto, tali delibere di Giunta sulla maggiorazione dei rimborsi sarebbero state la contropartita dei benefit di lusso, come i viaggi esotici e le vacanze su mega yacht, e di «altre utilità» pagate dal faccendiere Pierangelo Daccò, come da lui stesso ha messo a verbale, a Formigoni e al suo entourage. Questi provvedimenti approvati dalla Giunta Formigoni hanno cominciato ad essere affrontati negli ultimi interrogatori e, in particolare, da quanto si è saputo, in quelli resi da Costantino Passerino, l'ex direttore amministrativo della Fondazione arrestato lo scorso 13 aprile assieme, tra gli altri, all'ex assessore regionale (nei primi anni '90) Antonio Simone, amico personale del governatore come Daccò. Daccò invece si trova in carcere dallo scorso 15 novembre sia per l'inchiesta sul caso San Raffaele sia per quella che riguarda la Maugeri.

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