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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2012 alle ore 13:44.

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Nella foto i Carabinieri durante una esercitazione in Afghanistan (Ansa)Nella foto i Carabinieri durante una esercitazione in Afghanistan (Ansa)

Un attacco dall'esterno, forse effettuato con la complicità di poliziotti afghani nel poligono di tiro adiacente il centro di addestramento di Adraskan, 60 chilometri a sud di Herat, non lontano da Shindand. Molti i dettagli da chiarire per spiegare la morte del carabiniere scelto Manuele Braj, trentenne di Galatina (Lecce) e in servizio presso il 13° Reggimento e il ferimento del maresciallo capo Dario Cristinelli, 37 anni, di Lovere (Bergamo) e del carabiniere scelto Emilano Asta, 29, di Alcamo (Trapani), della seconda Brigata mobile di Livorno e del 7° Reggimento.
La zona della deflagrazione è stata isolata per permettere i rilievi da parte degli artificieri e ricostruire la dinamica dell'esplosione che ha colpito una garitta di osservazione installata nei pressi della linea di tiro del poligono e i tre militari italiani.

Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha parlato di "vile attentato", il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha detto che ''Manuele è stato colpito in modo vigliacco''. Le prime indiscrezioni hanno anticipato che gli accertamenti attribuivano l'esplosione a un proiettile proveniente dall'esterno della base, presumibilmente un razzo Rpg. Notizia poi confermata ufficialmente dal portavoce del contingente italiano, il colonnello Francesco Tirino. "E' stato lanciato un razzo dall'esterno del campo'' ha detto aggiungendo che "la salma di Braj arriverà nel primo pomeriggio nella base di Herat, dove sarà allestita una camera ardente''. L'impiego di un Rpg, arma con un limitato raggio d'azione, dimostrerebbe che si è trattato di un attacco effettuato da breve distanza: o un azione d'assalto dei talebani o il colpo a tradimento di un agente afghano rinnegato. Del resto negli ultimi mesi il fenomeno di militari e poliziotti afghani che si rivelano talebani infiltrati e attaccano i loro istruttori sono cresciuti in modo rilevante, basti pensare che su 216 caduti alleati registrati dall'inizio dell'anno circa il 10 per conto sono stati uccisi dai "commilitoni" afghani.

L'attacco dall'esterno della base potrebbe riguardare anche armi diverse come i razzi campali solitamente utilizzati dai talebani insieme ai mortai (che il 24 marzo uccisero il sergente Michele Silvestri nella base "Ice" in Gulistan) per attaccare l'interno delle basi alleate. Si tratta di solito di razzi da 107 millimetri dotati di alcuni chilometri di raggio d'azione lanciabili anche utilizzando timer per non esporre gli attaccanti alla risposta delle truppe alleate.

I due carabinieri feriti alle gambe sono stati evacuati in elicottero e ricoverasti all'ospedale da campo statunitense nella base situata all'aeroporto di Shindand e non sono in pericolo di vita. L'arma schiera da tempo in Afghanistan le proprie unità d'élite appartenenti alla seconda brigata mobile di Livorno anche con compiti addestrativi. Quello di Adraskan è uno dei tre centri (con Herat e Mazar i Sharif) di formazione dell'Afghan National Civil Order Police (Ancop) il più efficiente corpo di polizia afghano addestrato in modo militare per le operazioni antiguerriglia e già impegnato con successo nelle province calde di Helmand e Kandahar.

I carabinieri del Police Speciality Training Team (PSTT) sono stati richiesti due anni or sono dal comando statunitense per la formazione specifica di questo corpo di poliziotti afghani. L'attacco agli istruttori italiani ha anche un valore simbolico perché l'addestramento delle forze di sicurezza afghane costituisce il fulcro dell'iniziativa militare della Nato in questa fase di transizione alla vigilia dell'avvio del ritiro delle truppe alleate. La morte di Braj porta a 51 il numero dei caduti italiani in Afghanistan da quando, nel febbraio 2002, prese il via ma missione dell'International Security Assistance Force.

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