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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2012 alle ore 21:49.

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Camila GiorgiCamila Giorgi

«Io sono italiana» dice decisa la giovane Camila. La voce, però, tradisce un lieve accento spagnolo che, insieme alla grafia del nome con un "l" sola, è indizio degli anni vissuti in Sudamerica. Discendente di italiani emigrati in Argentina, lei, almeno per ora, la fortuna è andata a cercarsela in Inghilterra, sui verdi campi di Wimbledon. Ma la storia di questa ragazza non ancora ventunenne che, in poco più di 60 minuti, ha eliminato Flavia Pennetta dai Championships, è sorprendente per diverse ragioni. Nata a Macerata, vissuta in Argentina, si è diplomata in Francia ma, attualmente, la sua base è a Miami. Parla quattro lingue, ha un passato di tutto rispetto nel campo della ginnastica artistica e ha perfino praticato un po' di boxe. Ce n'è abbastanza, insomma, da scrivere un romanzo o, quanto meno , la sceneggiatura di un film…

Inutile dire che, con un curriculum così, Camila Giorgi ha anche girato le accademie tennistiche di mezzo mondo. A notarla quando era ancora una bambina fu niente meno che Nick Bollettieri, il famosissimo allenatore e talent scout americano che voleva metterla sotto contratto ma non ottenne il permesso dei genitori perché la piccola aveva, allora, soltanto nove anni.

Con la benedizione di Adriano Panatta, che di lei disse «è la prima ragazza che vedo giocare come Andre Agassi», Camila si affaccia, oggi, sul palcoscenico del tennis con la T maiuscola. "Un mondo grande e terribile" per parafrasare il Lama, maestro di Kim nel celebre romanzo di Kipling e, per questo, è bene lasciarla crescere senza fretta e senza le pressioni eccesive di un'attenzione che potrebbe farsi asfissiante. Non sarebbe affatto salutare sbatterla sistematicamente sotto i riflettori all'indomani della prima prova importante di una carriera che deve ancora sbocciare. E, tuttavia, non si può ignorarne le notevoli potenzialità, la spiccata personalità e il talento che certo non le manca.

Il nome del "Kid di Las Vegas" torna più volte nella sua vicenda. Il paragone di Panatta che ne definisce benissimo le caratteristiche di gioco, l'attenzione di Bollettieri e le parole della stessa Camila che lo cita, senza esitazioni, come suo idolo tennistico. Allenata dal padre Sergio che, senza aver mai giocato a tennis, è riuscito a guidarla fin qui e che per lei prevede un futuro tra le primissime, è dotata di un tennis aggressivo che le permette di esprimersi al meglio sui campi più veloci, in particolare sul cemento, superficie con la quale ha più dimestichezza.

Di sicuro, la giovane Giorgi è una con le idee chiare. Non ama guardare il tennis femminile perché preferisce quello giocato dagli uomini. È riservata ma al tempo stesso consapevole delle sue capacità e sicura di poter arrivare ad ottenere dei buoni risultati se continuerà a giocare così. Al prossimo turno la aspetta la georgiana Anna Tatishvili. Quando qualcuno le chiede se sa come impostare il match, Camila ammette di non conoscere la rivale. «Ma non importa - aggiunge - perché io gioco sempre alla stessa maniera, a prescindere dall'avversaria». Più che un limite strategico o un peccato di presunzione, difetto che non sembra appartenere a questa ragazza discreta ma determinata, è quella dose di sicurezza che non deve mai mancare a chi aspira a diventare campione.

Cosmopolita, abituata a girare il mondo, cresciuta (tennisticamente e non) tra vecchio e nuovo continente, la Giorgi sembra il prototipo del fuoriclasse dei nostri giorni. Sgravata dal fardello del provincialismo che spesso zavorra i nostri atleti e con tutte le carte in regola per scalare le classifiche di un pianeta globalizzato. Ma non diciamolo troppo forte, lasciamola proseguire con serenità il suo cammino, senza aspettarci troppo da lei nell'immediato futuro. Tempo ne ha, la classe e la voglia di vincere non le mancano. I risultati, se continuerà così, arriveranno. Intanto ha superato, per la seconda volta di fila, le qualificazioni a Wilmbledon (dove appena un anno fa giocava il primo Slam della sua vita) e si è tolta la soddisfazione di sconfiggere per due set a zero una ex top-ten come Flavia. Se il buon giorno si vede dal mattino…

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