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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2012 alle ore 17:15.

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L'arresto di Raffaella D'Alterio, divenuta capo del clan dopo l'uccisione del marito, Nicola Pianese - LaPresseL'arresto di Raffaella D'Alterio, divenuta capo del clan dopo l'uccisione del marito, Nicola Pianese - LaPresse

La camorra napoletana cambia pelle. E colore. Con i boss storici confinati in galera, condannati a centinaia di anni oppure ammazzati nelle sanguinose faide degli ultimi tempi (solo quest'oggi, a Napoli, sono state ammazzate due persone, una probabilmente per errore) il comando delle «famiglie» passe alle donne del clan. Dai padrini alle madrine. La malavita diventa rosa, ma non per questo il livello di violenza è meno impressionante.

La «retata» dell'Antimafia: 66 arresti
I carabinieri di Castello di Cisterna, questa mattina, hanno arrestato 66 affiliati al gruppo criminale Pianese-D'Alterio, attivo nella provincia nord di Napoli. In manette è finita anche la vedova del boss Nicola Pianese, ammazzato dai killer nel 2006 mentre cercava di estendere il proprio dominio criminale sui Comuni vicini. La donna si chiama Raffaella D'Alterio. Per i magistrati della Dda partenopea, avrebbe ereditato la guida del clan nella gestione del traffico di droga, delle estorsioni, degli appalti pilotati e del traffico di armi. Le ultime decisioni della cosca erano le sue e a lei andavano i proventi delle attività illecite.

L'agguato a lady camorra
Prima ancora che agli inquirenti, la «caratura criminale» della D'Alterio era già nota agli esponenti dei clan nemici, tant'è che il 17 febbraio 2009 lady camorra finì nel mirino di un commando che cercò di ammazzarla mentre si trovava in Via Di Vittorio, a Qualiano. La donna era al volante dell'auto quando fu affiancata dai sicari, in sella a una moto. Soltanto la mira approssimativa dei killer l'aveva salvata. Se la cavò con una lunga cicatrice sulla spalla e 15 giorni di ricovero in ospedale.

Gli affari, le intercettazioni e i pentiti
L'operazione di questa mattina ha permesso di assicurare alla giustizia anche decine di picciotti a libro paga del clan. Centinaia di ore di intercettazioni telefoniche e i verbali di collaboratori di giustizia hanno permesso di ricostruire gli affari della famiglia Pianese-D'Alterio e le alleanze criminali strette negli ultimi anni. In particolare, i carabinieri di Castello di Cisterna hanno scoperto che il clan aveva allacciato rapporti di «collaborazione criminale», per usare le parole degli inquirenti, con il famigerato cartello dei Casalesi e con la cosca dei Mallardo di Giugliano in Campania. Nel corso dell'operazione, sono stati sequestrati anche immobili, conti correnti, bar ed esercizi commerciali, due imprese edili per un valore complesso di 10 milioni di euro.

La Ferrari con la targa d'oro e le gite a Montecarlo
Nelle carte processuali emergono anche tanti dettagli relativi alla ordinaria vita nel clan, come la Ferrari con targa d'oro regalata alla madrina D'Alterio dal fidanzato della figlia (300mila euro) e i week end che i soldati dell'organizzazione camorristica trascorrevano a Montecarlo per fare shopping.

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