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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2012 alle ore 06:48.

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È un documento di appena sette pagine il rapporto che il presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy ha trasmesso questa notte alle delegazioni nazionali dei 27 paesi dell'Unione. Basato su quattro pilastri, la relazione - messa a punto insieme a Mario Draghi, José Manuel Barroso e Jean Claude Juncker - densa di spunti anche controversi, tratteggia possibili scenari sul futuro della zona euro nel tentativo di dare una risposta strutturale e istituzionale alla crisi debitoria degli ultimi tre anni.

Ecco un breve riassunto del documento per punti:
• «Un quadro finanziario integrato dovrebbe riguardare tutti i paesi dell'Unione, permettendo comunque specifiche differenze tra paesi della zona euro e paesi extra-zona euro su tutte quelle parti del quadro che sono principalmente legate al funzionamento dell'unione monetaria e alla stabilità della zona euro piuttosto che semplicemente al mercato unico». Il rapporto suggerisce quindi la centralizzazione della vigilanza alla Banca centrale europea, in base all'articolo 127 dei trattati. Consiglia anche la nascita di una garanzia europea dei depositi e un fondo europeo di gestione delle crisi finanziato "principalmente" dalle banche. Ambedue questi elementi potrebbero essere messi sotto il controllo di un'autorità comune. Il meccanismo di stabilità Esm diventerebbe "un cuscinetto finanziario" sia per la garanzia dei depositi che per il fondo di risoluzione.

• Secondo il rapporto Van Rompuy, la zona euro ha bisogno di «un salto qualitativo» verso una unione di bilancio. «Limiti ai saldi di bilancio e ai livelli di debito dei governi potrebbero essere decisi in comune. L'emissione di debito governativo oltre questi livelli dovrebbero essere giustificati e ricevere una previa approvazione. In questo contesto, la zona euro potrebbe chiedere cambiamenti alle poste dei bilanci nazionali se queste sono in violazione delle stesse regole di bilancio, tenendo comunque in considerazione la necessità di salvaguardare l'equità sociale». Nel medio termine la zona euro, secondo la relazione, potrebbe esplorare la possibilità di emissioni comuni di debito, ma solo quando sarà adottata una disciplina di bilancio che eviti l'azzardo morale.

• Il terzo tassello del rapporto inviato stanotte alle delegazioni nazionali prevede una maggiore integrazione economica con l'obiettivo di «promuovere il coordinamento e la convergenza nelle diverse aree di politica economica». In particolare, i paesi della zona euro, prendendo spunto dalle recenti riforme del patto di stabilità e di crescita, dovrebbero avere linee-guida in comune nel settore del mercato del lavoro e delle politiche fiscali.

• Infine, il presidente Van Rompuy mette l'accento sulla necessità di associare alla maggiore integrazione europea una crescente legittimità democratica a livello continentale, coinvolgendo non solo i parlamenti nazionali ma anche il parlamento europeo.

Nella sua relazione, Herman Van Rompuy chiede ai governi nazionali, che si riuniranno giovedì e venerdì a Bruxelles per discutere il suo rapporto a livello di capi di stato e di governo, di immaginare un calendario con la quale dare concretezza alle sue proposte. Un primo rapporto potrebbe essere preparato per ottobre, seguito da una tabella di marcia più concreta in dicembre.
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