Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2012 alle ore 06:37.

My24

Sarà l'ex banchiere Yannis Stournaras a prendere il posto di Vassilis Rapanos nel ruolo di ministro delle Finanze del Governo greco. Rapanos si è dimesso nei giorni scorsi dopo essere stato ricoverato in ospedale. Stournaras, già docente all'università di Atene e capo dell'Istituto greco per la ricerca economica e industriale, dovrà incontrare gli ispettori della troika a luglio per tentare di riaprire i negoziati sulla proroga di due anni chiesta da Atene per il risanamento.
Nato nel 1956, vicino ai conservatori, ha lavorato come consulente speciale del ministero dell'Economia dal 1986 al 1989 ed è stato consigliere speciale della Banca di Grecia dal 1989 al 1994, nonché membro della Commissione economica e monetaria della Ue dal 1994 al 2000. È un convinto sostenitore dell'euro: ha partecipato in prima persona ai colloqui per l'adesione della Grecia nel 2001 ed è stato lui, a una settimana dalla tornata elettorale del 17 giugno, a ricordare che il caso della Grecia non è paragonabile alla questione Argentina. Se la Grecia tornasse alla dracma, «le banche e le sue imprese sarebbero ancora più esposte» al pressing dei mercati, aveva dichiarato in un'intervista.
Il 17 maggio 2012, in seguito al flop delle prime elezioni, Stournaras aveva assunto ad interim la guida del ministero dello Sviluppo e della competitività. È stato anche presidente e amministratore delegato della Emporiki Bank, dal 2000 al 2004.
Ieri, dal Governo si è dimesso anche il vice ministro della Marina mercantile, Giorgos Vernicos. A provocare la decisione è stato il partito di opposizione della sinistra radicale, Syriza, che ha rilevato come Vernicos sia proprietario di una società offshore. E la legge greca è chiara: nessun ministro può avere una partecipazione in una società offshore. Vernicos è un imprenditore in campo turistico ed era stato indicato al Governo dal partito socialista Pasok.
Sul fronte cipriota, dopo la richiesta di aiuti internazionali di lunedì, il Governo di Nocosia sta «continuando a discutere» con Russia e Cina la possibilità di prestiti bilaterali «paralleli» all'intervento Ue. Lo hanno indicato fonti diplomatiche europee. Non è ancora chiaro di quanto sarà l'ammontare del prestito chiesto da Cipro all'Eurozona. Il bisogno di rifinanziamento per la sola banca popolare Marfin sarebbe di 2,5 miliardi. L'agenzia di rating Fitch ha stimato una intervento di almeno 4 miliardi. Ma potrebbero servirne anche di più, fino a 10 miliardi secondo fonti europee, una somma pari a circa il doppio del Pil dell'isola. Potrebbero servire 6 miliardi per il bilancio statale e 2 per le banche, cifre che però potrebbero salire rispettivamente a 7 e tre miliardi.
Ieri, la Banca centrale europea ha fatto sapere che non accetterà più i titoli di Stato di Cipro come collaterale per le operazioni di finanziamento perché «il rating non rispetta più i requisiti minimi».

Shopping24

Dai nostri archivi