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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2012 alle ore 13:32.

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(Ansa)(Ansa)

I soldi del Montepaschi son finiti, ma i senesi non sembrano ancora rendersene conto. In questi giorni di caldo torrido la città toscana – da poche settimane amministrata da un commissario prefettizio, arrivato dopo la bocciatura del bilancio comunale e le dimissioni del sindaco Pd, Franco Ceccuzzi – sembra più impegnata nell'organizzazione del Palio del 2 luglio (venerdì saranno sorteggiati i cavalli), dedicato a San Francesco d'Assisi in ricordo degli 800 anni dalla sua prima visita a Siena, che preoccupata per gli effetti della ristrutturazione della banca più antica del mondo, da sempre motore dell'economia del territorio.

Soltanto la presentazione, lunedì scorso, del "drappellone" (opera di Claudio Carli) che sarà assegnato alla contrada vincitrice del Palio, ha sparso qualche timore in piazza del Campo, soprattutto per l'inevitabile accostamento tra la povertà e le rinunce di San Francesco d'Assisi – rappresentato sul "cencio" con un saio pieno di toppe – e il rigore in arrivo per effetto del taglio delle elargizioni del sistema-Mps.

Un sistema, quello legato alla Banca e alla Fondazione, che fino a oggi ha iniettato risorse dirette nell'economia senese vicino a un miliardo all'anno, tra erogazioni della Fondazione (una media di 106 milioni l'anno versati al territorio senese dal 1995, quando è nata, al 2011), stipendi pagati ai dipendenti, affitti, sponsorizzazioni e gestioni di immobili. Con un impatto impensabile in altre realtà: oltre il 16% del Pil provinciale è riconducibile al sistema-Mps.

È quest'impatto che ora è destinato a ridursi drasticamente, anche se in questi primi mesi del 2012 gli effetti si sono sentiti ancora parzialmente. La "batosta" arriverà col drastico taglio delle erogazioni della Fondazione, tradizionalmente dirette a economia, arte, istruzione, ricerca, sanità e sport - che quest'anno scenderanno intorno a 50 milioni, per calare a 20 milioni dal prossimo - e con i tagli che la Banca si appresta ad attuare in ossequio al piano di riduzione dei costi presentato oggi.

«Sarà un Palio come gli altri», ha detto lunedì scorso il prefetto Enrico Laudanna, arrivato da Perugia a governare temporaneamente Siena dopo che la maggioranza di centrosinistra si è avvitata in guerre intestine che ancora mostrano strascichi. Intendeva rassicurare, evocando il passato. Ma la verità è che il passato di ricchezza e benefit-Mps, Siena se lo è già lasciato alle spalle. Anche se finora pochi se ne sono accorti.

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