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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2012 alle ore 06:40.


ROMA
Il rinvio era nell'aria. Si è concretizzato nella richiesta del Pdl, con una lettera dei due capogruppo di Camera e Senato, di far slittare ieri la seduta della commissione di Vigilanza dalla quale dovevano uscire i nomi di sette dei nove consiglieri Rai. Riscontrata l'assenza del numero legale di 21 consiglieri, Sergio Zavoli, presidente della Vigilanza, ha dichiarato nulla la votazione e ha deciso di convocare in tempi brevi l'ufficio di presidenza per arrivare a una nuova convocazione della Commissione in veste elettorale.
È subito dura la polemica contro il rinvio da parte delle altre forze politiche. Pierluigi Bersani, segretario del Pd, chiede al partito di Silvio Berlusconi «un atto di responsabilità: hanno ottenuto ci fosse ancora la legge Gasparri, hanno impedito una nuova governance, ora cosa vogliono ancora? Stiamo parlando di una grande azienda».
Il motivo ufficiale del rinvio avanzato dal Pdl è la concomitanza con altri appuntamenti istituzionali. Resta il dubbio, tra i partiti presenti in Vigilanza, che il vero motivo sia, in primo luogo, la mancanza di un'intesa nel Pdl e tra Pdl e Lega sui nomi da votare. Non l'unico: secondo diversi esponenti del Pdl non si può votare prima del vertice europeo del 28 e 29 di questo mese. Il Pdl, in caso di elezioni anticipate, preferirebbe affrontarle mantenendo il vertice attuale del servizio pubblico. Non si tratta di un «rinvio sine die» replica Alessio Butti, capogruppo Pdl in Vigilanza, ma forse di uno slittamento in attesa degli eventi.
Il presidente della Rai, Paolo Garimberti, auspica «che si possa uscire da questa palude, soprattutto ora che si deve preparare la programmazione autunnale». «Sconcertati» i dirigenti della Rai, «che è ferma nella gestione e nella messa a punti di progetti editoriali idonei al Servizio Pubblico». Sarebbe troppo chiedere a chi opera in Rai uno «sconcerto» davanti al fatto che gli oltre trecento curricula dei "giovani e forti" rischiano di diventare carta straccia. Problema che affronta Antonio Di Pietro in risposta alle donne di "Se non ora, quando?": «Solo un atto di generosità di coloro che finora hanno impedito alla Vigilanza di discutere e selezionare in modo trasparente e pubblico le candidature può cambiare profondamente le cose. Senza il quale, l'Italia dei valori non parteciperà a quella che diventerà la solita vecchia e logorante, per la Rai, spartizione partitica, com'è accaduto nel caso dell'Agcom e del Garante della Privacy».
Quando si voterà, sei posti sembrano già assegnati: tre al Pdl, due al Pd, che voterà i nomi proposti dalle associazioni della società civile, quelli di Benedetta Tobagi e di Gherardo Colombo e uno all'Udc, che dovrebbe confermare Rodolfo De Laurentiis, anche se l'Udc non ha i cinque voti necessari. Per il settimo consigliere bisogna capire cosa farà la Lega. O se si riuscirà a far convergere quattro voti su un candidato trasversale (a parità di voti, tra l'altro, passa quello più anziano: l'Italia non è un paese per giovani) per evitare che il Pdl abbia, com'è probabile, un quarto consigliere, quello che nel Cda uscente spettava alla Lega Nord.
Alcuni commissari della Vigilanza, come Marco Beltrandi, radicale nominato nel Pd e quelli dell'Italia dei valori, dichiarano di non voler votare e si battano per esaminare i curriculum dei candidati. Se anche la prossima convocazione dovesse risolversi in un nulla di fatto c'è chi, come Beppe Giulietti, di Articolo 21, ritiene «doveroso ricorrere a misure straordinarie compreso il commissariamento». Interviene, infine, la Federazione nazionale della stampa: «Nel tempo di nuove sfide, aperte e trasparenti - afferma Franco Siddi, segretario nazionale - che debbono riportare la tv pubblica tra i cittadini si consumano nuove battaglie di fazione. Restano centrali le questioni dell'autonomia e della responsabilità».
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Il ruolo della Commissione Vigilanza
I COMPITI
La nomina del cda Rai
La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, meglio nota come Commissione di Vigilanza Rai, è una commissione bicamerale. È presieduta attualmente da Sergio Zavoli. Tra i suoi compiti c'è quello di nominare sette membri del cda della Rai (altri due sono indicati dal governo)
I MEMBRI
Quaranta componenti
In commissione vigilanza (40 membri) il Pdl ha la maggioranza relativa con 16 componenti. La Lega conta su 3 parlamentari, il Pd su 12 (uno è il radicale Beltrandi). A seguire la pattuglia dell'Udc (3) e dell'Idv (2). Fli e Api hanno un componente ciascuno. A chiudere l'esponente del gruppo misto e di Coesione e territorio
VOTO RINVIATO
Senza numero legale
Ieri in commissione Vigilanza è mancato il numero legale per l'assenza del Pdl e della Lega. Mancava anche uno dei membri dell'Idv. Erano presenti 18 parlamentari: quelli del Pd e del Terzo Polo. Stasera l'ufficio di presidenza della bicamerale dovrebbe decidere di riconvocare il seggio tra martedì e mercoledì della prossima settimana

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