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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2012 alle ore 06:38.

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ROMA
Rispettato, anche se non blindato, il patto bipartisan raggiunto fra le forze che sostengono il Governo nonostante il mancato accordo su una possibile mozione unitaria dell'intera maggioranza.
Alla fine di una giornata di aspre polemiche tra il Pdl e Pd-Udc-Fli, gli uni hanno votato per la mozione degli altri dando comunque il messaggio di un appoggio unitario alla missione europea di Mario Monti. La mozione di Pd e Terzo Polo chiede di sostenere l'iniziativa per la crescita, la tassa sulle transazioni finanziarie, le proposte del rapporto Van Rompuy e un meccanismo di solidarietà che faccia da scudo alle oscillazioni degli spread. Quella del Pdl, oltre a ribadire il sostegno leale al governo, sottolinea la continuità con le azioni intraprese dal precedente governo Berlusconi. Prima del voto, tuttavia, i partiti appaiono divisi. Fatta eccezione per il Pd e l'ex Terzo Polo che, dopo esitazioni e cambi di strategia in corsa, hanno deciso di unificare le loro proposte in un documento comune: Sottoscritto prima da Pd, Udc e Fli e poi anche dall'Api. «Un atto di generosità dal Pdl sarebbe stato opportuno; ma andiamo avanti» commentano il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. «In questa bufera, dopo aver sentito le parole responsabili dell'ex ministro degli Esteri Frattini (per conto del Pdl), Pd, Udc e Fli chiedono una mozione unitaria a sostegno dell'esecutivo sulla politica europea. Cosa lo impedisce? Chi non vorrà rispondere a questa domanda si assumerà una grande responsabilità verso il Paese» dice il leader centrista che di prima mattina, aveva dato l'ok finale, insieme a Bersani, alla stesura di una mozione congiunta. E dopo aver letto le pagine del Financial Times che, osserva Casini in un post su Facebook, «scrive che Monti ha un mese per evitare la deriva dell'Italia. Il vertice europeo – conclude – si preannuncia drammatico».
Il Pdl, invece, presenterà una sua mozione ma voterà anche quelle delle altre forze politiche, che si impegnano a fare altrettanto. «Le mozioni sono tutte votabili e le voteremo e, alla fine, la sostanza sarà quella di un largo consenso ad una linea di incoraggiamento al presidente del Consiglio» dice l'ex ministro degli Esteri Franco Frattini.
Ma la decisione di Pd e Terzo Polo viene mal digerita da un'ampia ala del Pdl. «Prendiamo atto che si costituisce una sorta di maggioranza nella maggioranza con la convergenza pretestuosa delle mozioni del Pd, dell'Udc, del Fli sull'Europa. Francamente non è un favore fatto al governo Monti» attacca, duro, Fabrizio Cicchitto. Provocando una replica per le rime del finiano Roberto Menia. «Prendiamo atto – dice – che si costituisce una sorta di minoranza nella maggioranza con l'autoesclusione pretestuosa del Pdl dall'ipotesi di una mozione unitaria sull'Europa».
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