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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2012 alle ore 14:01.

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L'ex leader politico dei serbi di Bosnia Radovan Karadzic è stato assolto dall'accusa di genocidio nelle municipalità bosniache, ma resta imputato presso il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia del reato per il massacro di Srebrenica. «La corte ha accolto in parte la richiesta dell'accusato e pronuncia l'assoluzione dal primo capo dell'atto d'accusa ma rigetta il resto della richiesta» ha dichiarato in aula il giudice sudcoreano O-Gon Kwon.

Radovan Karadzic resta imputato del massacro di Srebrenica, che costituisce un genocidio, e di nove altri capi d'imputazione per crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi durante la guerra di Bosnia dal 1992 al 1995.

Nell'udienza dell'11 giugno la difesa aveva chiesto l'assoluzione di Karadzic per gli undici capi d'accusa per genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra di cui deve rispondere. Il regolamento del Tribuanle prevede che l'assoluzione di un imputato possa essere dichiarata dopo la presentazione delle prove d'accusa e prima dell'esposizione di quelle della difesa.

L'accusa ha terminato la sua presentazione il 25 maggio, la difesa inizia il 16 ottobre. Karadzic, 66 anni, è stata arrestato a Belgrado nel luglio 2008 dopo una latitanza durata 13 anni e il processo a suo carico, in cui si difende da solo, è iniziato a ottobre 2009.

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