Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2012 alle ore 09:36.

My24

BRUXELLES - L'incertezza provocata nelle ultime settimane dal nervosismo sui mercati ha portato i suoi frutti. I paesi della zona euro hanno posto ieri le basi di una unione bancaria, annunciando il trasferimento della vigilanza creditizia alla Banca centrale europea. La scelta è storica, ma richiede tempo. Inoltre, per calmare le tensioni sui mercati, i 17 si sono detti pronti a usare in modo più flessibile i fondi di stabilità europei. Basterà? La crisi greca ancora irrisolta, e l'assenza di un solido firewall finanziario inducono alla cautela.

«Affermiamo che è imperativo spezzare il circolo vizioso tra banche e debito sovrano - si legge in un comunicato pubblicato nelle prime ore di ieri mattina -. La Commissione presenterà a breve proposte relative a un meccanismo di vigilanza unico fondate sull'articolo 127. Chiediamo al Consiglio di prenderle in esame in via d'urgenza entro la fine del 2012». L'annuncio è il risultato di un'accesa trattativa, che si è svolta su due piani: tra i funzionari dei Tesori nazionali e i 17 capi di stato e di governo della zona euro.

Da 10 anni la questione di una qualche forma di centralizzazione della vigilanza bancaria è all'ordine del giorno. Era stata discussa 10 anni fa, ma poi abbandonata per il desiderio delle autorità nazionali di continuare a controllare le proprie banche, chiudendo gli occhi sulle loro debolezze. La crisi debitoria degli ultimi mesi, e la necessità di affrontare in comune lo sconquasso finanziario hanno indotto i governi a cambiare atteggiamento. «A brevissimo - ha detto il presidente della Commissione José Manuel Barroso - faremo le nostre proposte».

In cambio della vigilanza unica, la Germania ha accettato che il meccanismo di stabilità Esm possa ricapitalizzare direttamente le banche, anziché trasferire i prestiti al governo e pesare quindi sul bilancio pubblico. Il problema è che il trasferimento della vigilanza alla Bce è un processo inevitabilmente lungo. Lo sguardo corre alla Spagna, il cui settore bancario è in grave difficoltà. Come farà nel frattempo il Paese mediterraneo? Intanto il premier Mariano Rajoy ha ottenuto che i prestiti dell'Esm non abbiano lo status di creditore privilegiato.

Il dettaglio è tecnico, ma non è banale. Proprio questa caratteristica ha indotto molti investitori a vendere titoli spagnoli nelle ultime settimane, dopo che la Spagna ha chiesto il sostegno europeo, nella preoccupazione che in una eventuale ristrutturazione del debito sarebbero stati penalizzati. Da Washington, il portavoce del presidente americano Barack Obama, Jay Carney, si è detto incoraggiato dalle decisioni europee, anche se «molti dettagli» devono ancora essere messi a punto e la zona euro sarà costretta a ulteriori misure in futuro.

L'Italia aveva affrontato la riunione con l'obiettivo di strappare concessioni sui modi in cui l'Efsf e l'Esm possono acquistare debito sui mercati. Forte del suo deficit pubblico in calo, il governo Monti avrebbe voluto un automatismo nell'intervento europeo. «La Germania ha insistito perché gli acquisti fossero vincolati a un protocollo d'intesa con il paese coinvolto, e ha ottenuto quello che voleva», spiega un responsabile comunitario. Il compromesso è stato sul tipo di controllo: non ci sarà lo stigma del Fondo monetario internazionale, che non avrà alcun ruolo.

La partita giocata dal premier italiano Mario Monti è piaciuta ad alcuni suoi colleghi nel consiglio europeo (Madrid l'ha appoggiata pubblicamente). Altri capiscono le difficoltà di politica interna e il nervosismo provocato dalle pressioni di mercato, ma temono, come in Olanda o in Finlandia, di contribuire all'azzardo morale. «Prendere in ostaggio 25 leader e minacciarli di trattenerli per tre giorni è sembrato a molti un'uscita un po' eccessiva», commenta un partecipante al vertice.

Secondo alcuni, la strategia italiana ha complicato il lavoro di Angela Merkel. Il cancelliere è pienamente consapevole delle difficoltà della zona euro, e dei rischi di instabilità politica in Italia. Ma la decisione di Monti di porre una riserva sulle conclusioni del vertice pur di strappare un'intesa su un meccanismo anti-spread ha provocato interrogativi in Germania e complicato la strategia della signora Merkel. Ciò detto, a molti partecipanti il cancelliere è sembrato più accomodante di quanto l'immagine sui giornali non lo faccia credere.

Il pacchetto presentato ieri è migliore delle attese. Soprattutto l'impegno a una sorveglianza bancaria centralizzata, tutta da inventare, rompe un tabù perché rappresenta una cessione di sovranità. Nel contempo, la zona euro ha fatto poco per migliorare sensibilmente gli strumenti per affrontare lo sconquasso debitorio nel breve termine. La Grecia continuerà a tenere in bilico i mercati finanziari, in un momento in cui il parafiamme finanziario europeo continua a essere strutturalmente debole, senza quella licenza bancaria che gli permetterebbe l'accesso alla Bce.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi