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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2012 alle ore 08:33.

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BRUXELLES - Alle 22 e 30 di ieri sera quando l'Italia di Prandelli aveva gà messo in sicurezza con la doppietta di Balotelli la partecipazione alla finale degli europei, l'Italia di Mario Monti ancora lottava per un accordo sul meccanismo antispread. Anche a Bruxelles gioco di squadra e qualche tocco di classe hanno prodotto il risultato finale. Già prima della cena, cominciata con tre ore di ritardo rispetto al programma iniziale, il working group dell'Eurogruppo passava in rassegna tutte le ipotesi per stabilizzare i mercati. Il viceministro dell'Economia Vittorio Grilli e, in posizione più super partes ma non meno incisiva, il presidente della Bce Mario Draghi, hanno aggregato il consenso intorno all'idea di un meccanismo automatico che consenta, dando licenza bancaria al fondo salva Stati, di acquistare titoli dei Paesi virtuosi penalizzati da spread troppo alti. Sarà ora proprio l'Eurogruppo del 9 luglio a formalizzare l'accordo raggiunto tra i 17 dell'Eurozona all'alba di oggi. Il concetto più volte espresso da Monti nel corso della maratona notturna ruoterebbe intorno all'attuale carenza di informazione ai mercati sui risultati delle riforme di molti Paesi tra i quali l'Italia che sono costretti a finanziare il loro debito a tassi eccessivi.

Un'anomalia nel funzionamento dei mercati che Monti ha posto come vera priorità nel Consiglio europeo e poi tra i 17 dell'Eurozona. Fino a minacciare il veto su tutto il pacchetto crescita e il quadro finanziario pluriennale se non si fosse raggiunto l'accordo sulle misure antispread. Posizioni che hanno convinto anche il premier spagnolo Mariano Rajoy di aggregarsi all'Italia e che hanno allarmato il presidente francese Francois Hollande che puntava molto a portare a casa il pacchetto sulla crescita. Il nuovo inquilino dell'Eliseo ha interrotto la riunione all'una di notte per convocare una conferenza stampa e sottolineare che anche la Francia, sia pure senza porre veti, riteneva indispensabile approvare misure di breve termine per la stabilità dei mercati. A quel punto il seguito era già scritto e la cancelliera Angela Merkel ha dovuto chinare il capo davanti alla potenza di fuoco di un blocco costruito con pazienza e determinazione da Mario Monti nelle ore precedenti il vertice.

Alle 14 di oggi a conclusione del pranzo dei 17 dell'Eurozona la Merkel volerà a Berlino per partecipare alla votazione del Bundestag sul fiscal compact. Risultato scontato anche se in molti sorattutto dalla Spd le chiederanno conto del suo atteggiamento cedevole rispetto ai Paesi del Sud indebitati e spendaccioni. Per Mario Monti invece il rientro in Italia si prepara più sereno. La sua "strana maggioranza" non potrà che rallegrarsi dei risultati ottenuti dando nuovo impulso all'azione di governo e raffreddando le fibrillazioni di quelle componenti che gia' pensavano ad elezioni in autunno.

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