Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2012 alle ore 10:27.

My24

"La conferenza di Ginevra sulla Siria si fa", dichiarava convinto Kofi Annan nella notte tra venerdì e sabato mentre i capi della diplomazia americana e russa si incontravano a San Pietroburgo. Un annuncio dell'inviato speciale dell'Onu e della Lega Araba un po' forzato per far decollare oggi la sua road map che alla vigilia del vertice non aveva ancora avuto il consenso di Mosca, contraria sia a liquidare Bashar Assad che a trovare una soluzione esterna alla crisi siriana. E senza Mosca e Pechino non ci può essere una risoluzione al Consiglio di sicurezza e neppure una via di uscita politica al dramma di Damasco.

Ma cosa prevede la road map, un termine che in Medio Oriente ricorda altri sfortunati e inutili tentativi di pace come quello tra palestinesi e israeliani?

Il pilastro del piano Annan è la formazione di un Governo transitorio di unità nazionale, accompagnato da un "dialogo inclusivo" per gestire il passaggio dei poteri. In una delle ultime bozze c'era ancora un aspetto che i russi non accettavano, l'attribuzione al governo transitorio di pieni poteri che implicavano l'estromissione del presidente Bashar Assad sin dall'inizio del processo politico. Mosca non soltanto non vuole bruciare Assad ma per il principio di non ingerenza insiste che siano i siriani a decidere sulla permanenza o meno al potere del leader alauita.

Gli americani e anche l'Onu hanno cercato di "vendere" alla stampa internazionale che Mosca aveva già accettato questa road map: ma così non è. Per salvare il vertice di Ginevra è stato decisivo l'incontro tra il segretario di Stato americano, la signora Hillary Clinton, e il ministro degli Esteri Sergei Lavrov. "Ci sono buone possibilità di fare progressi", ha detto Lavrov al termine dell'incontro di San Pietroburgo.

Per la verità l'ultima versione disponibile del piano Annan, nel timore di un fallimento, è ambiguo sia sulla sorte di Assad che del regime. Anzi, il documento rivela una grande prepoccupazione nel non ripetere alcuni errori compiuti in passato, come è avvenuto in Iraq con l'amministrazione del procosole americano Paul Bremer.

Il piano Annan, per esempio, salva il partito Baath, un modo anche per avvicinare le posizioni occidentali a quelle dei russi ed evita di fare riferimento alla sorte di Assad e della sua famiglia il cui destino viene affidato alla "volontà popolare".

Quanto al Governo transitorio questo dovrà avere il compito in primo luogo di consolidare il cessate il fuoco e in seguito di riformare la Costituzione e il sistema giuridico. La Costituzione dovrebbe poi essere sottoposta a referendum popolare, passo indispensabile per arrivare dopo qualche tempo a elezioni multipartitiche.

Un programma che si scontra con numerosi ostacoli: il primo è quello del principio di realtà. Questo regime per il momento non ha intenzione di abbandonare il potere perché pensa ancora a una vittoria militare e repressiva contro gli insorti. In secondo luogo l'opposizione finora ha dichiarato che non vuole trattare con Bashar, quindi non si vede come possa accettare un governo con il vecchio regime. Ma questi sono ostacoli che si possono superare con i compromessi politici. Il problema è quale Siria avremo senza una riconciliazione nazionale che garantisca anche le minoranze.

Detto questo per ora non c'è di meglio sul tavolo della road map di Annan, sperando che possa diventare un'alternativa al massacro e alla guerra.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi